Giorgia Meloni e il titolare del Ministero dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non sono stati vaghi nel corso del Consiglio dei ministri di oggi. Stando a quanto si apprende da fonti di governo, i due hanno incoraggiato i colleghi ad attuare una spending review vera poiché nei bilanci dei dicasteri ci sono sprechi che si possono eliminare. “Invito tutti a cercare di tagliare le cose che non servono, le spese inutili”, sarebbe stato l’invito della presidente del Consiglio.
“Magari potrei ricorrere all’Intelligenza artificiale per tagliare le spese…” avrebbe scherzato, per alleggerire i toni, proprio Giorgetti, battuta riferita da chi era presente. Ma, tornando serio, il ministro dell’Economia avrebbe fatto capire che, se non arriveranno i tagli da parte dei ministri, sarà compito di chi è responsabile attuarli. “Volete aumentare le tasse o tagliare le spese? Meglio tagliare le spese…” il ragionamento di Giorgetti, che avrebbe lasciato intendere di essere pronto ad intervenire nel caso di una mancata attivazione da parte dei singoli ministeri.
Giorgia Meloni avrebbe riferito di seguire il dossier in prima persona. “La prossima volta interrogo…”: anche la presidente del Consiglio avrebbe sdrammatizzato con una battuta nel chiedere una verifica dei capitoli dove intervenire, anche se qualche ministro non avrebbe nascosto la preoccupazione per i fondi a disposizione, a fronte delle riforme da portare avanti.
Le probabili cifre della legge di bilancio: verso un taglio del cuneo fiscale strutturale e le tre aliquote Irpef
Il governo, del resto, è a caccia delle risorse per la prossima legge di bilancio, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi. Ma soldi non ce ne sono, quindi ogni iniziativa, anche tagli radicali e razionalizzazione della spesa, sono benvenuti. Il titolare di via XX Settembre, nei suoi incontri, ripete che sono poche le risorse e che qualunque proposta fatta deve avere una compensazione.
La direttrice dell’esecutivo resta quella di confermare innanzitutto i punti qualificanti della manovra dell’anno scorso, a partire dalla possibilità di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale – in vigore per i redditi fino a 35mila euro – e la riforma delle tre aliquote Irpef. Solo questi due provvedimenti valgono 15 miliardi, per l’estensione del taglio del cuneo al ceto medio ne servirebbero tra 2,5 e 4 aggiuntivi. Per realizzare l’obiettivo, dunque, servono tra i 15 e i 20 miliardi, poi serviranno ulteriori risorse per le altre priorità, a partire dalla necessità di fronteggiare il tema della denatalità, agendo sulla riforma dell’assegno unico o con benefici fiscali ad hoc.
I ministri al lavoro per i propri dicasteri, al centro delle preoccupazioni dell’esecutivo finanziare la natalità
Tuttavia, al momento, il lavoro sulla legge di bilancio è ancora in corso: cifre precise non vengono comunicate duranti gli incontri preparatori. Ieri il governo – presenti i ministri Giorgetti, Roccella (per la Famiglia, la natalità e le Pari opportunità), Schillaci (Salute), Valditara (Istruzione e Merito), Zangrillo (Pubblica amministrazione), oltre al sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano – ha incontrato le associazioni impegnate sul tema della famiglia. Oggi il responsabile del Mef ha visto il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. “Vogliamo concentrare le risorse disponibili – ha spiegato Lupi – e le nostre priorità riguardano innanzitutto un piano straordinario per la natalità, per contrastare un inverno demografico che ha costi economici e sociali altissimi, e poi: aiuto alle imprese e produttività, giovani, lavoro e fiscalità, tutela dei consumatori e lotta all’evasione”.