Si è avvalso della facoltà di non rispondere Francis Kaufmann, il cittadino americano accusato duplice omicidio di Villa Pamphili. L’indagato, nell’ambito dell’interrogatorio di convalida davanti al gip, ha deciso di rimanere in silenzio. L’atto si è svolto nel carcere di Rebibbia a Roma dove il 46enne è stato portato dopo l’estradizione dalla Grecia.
Il ritrovamento dei cadaveri
I corpi di madre e figlia furono trovati il 7 giugno scorso nel parco romano Villa Pamphili, l’uomo è stato estradato in Italia dalla Grecia. Prima di essere trasferito nel penitenziario romano, è stato sottoposto ad una visita medica al policlinico di Tor Vergata dove è stato giudicato idoneo per il regime carcerario. L’uomo è stato scortato da personale della Polizia di Stato, della Squadra mobile della capitale e dello Scip, Servizio internazionale per la cooperazione di polizia.
Avrebbe dovuto essere condotto subito nel reparto psichiatrico del carcere di Rebibbia, questo perché già in Grecia aveva avuto episodi psicotici nella cella in cui si trovava, ma avendo dichiarato un malore al suo arrivo a Roma è stato trasferito in ospedale al policlinico di Tor Vergata per accertamenti che hanno poi dato esito negativo. Già durante il volo l’uomo avrebbe dato in escandescenza, aggredendo verbalmente gli agenti di scorta e sostenendo di essere stato picchiato. Ha inoltre minacciato azioni legali contro tutti i presenti. Secondo quanto riferito, Kaufmann è apparso visibilmente alterato per tutta la durata del viaggio.
I genitori di Anastasia, intervenuti a “Chi l’ha visto?”
“Nostra figlia era laureata e aveva un ottimo lavoro a Mosca”. Così i genitori di Anastasia durante lo Speciale di “Chi l’ha visto?” dedicato al delitto di Villa Pamphili. “Poi in vacanza a Malta – racconta la mamma della ragazza trovata morta con sua figlia – si è innamorata di Rexal: e non avevamo capito che era un mostro“.
Dopo l’intervista alla mamma di Anastasia Trofimova della scorsa settimana, i genitori della giovane erano arrivati a Roma per vedere i luoghi dove sono state abbandonate la figlia Anastasia e la nipotina Andromeda. “Siamo sconvolti. Non avremmo mai immaginato che quell’uomo potesse fare una cosa del genere”. Così hanno dichiarato, tra le lacrime, i genitori di Anastasia, agli investigatori che li hanno ascoltati all’aeroporto di Fiumicino, dopo il loro arrivo a Roma il 4 luglio scorso.
Il riconoscimento di Anastasia e la storia della coppia
Tramite una telespettatrice la trasmissione di Rai3 è riuscita a contattare la donna in Russia, che ha detto: “È mia figlia“, e ha mostrato immagini compatibili con quelle circolate nei giorni delle indagini, come i tatuaggi o i piedi della 28enne uccisa. Anastasia era andata a studiare inglese a Malta, dove aveva conosciuto Rexal Ford. La madre l’ha sentita l’ultima volta in videochiamata il 27 maggio. C’era anche l’uomo, che le assicurava di essere una brava persona e di voler mettere su famiglia.
In base a quanto accertato dagli inquirenti, coordinati dall’aggiunto Cascini, Francis Kaufmann alias Rexal Ford sarebbe arrivato a Malta circa un anno e mezzo prima di lei e si sarebbero conosciuti nel settembre del 2023 sull’isola. Con una mail del 2 giugno scorso, la ragazza diceva alla madre di avere dei problemi con il compagno, ma che stavano cercando di risolverli. Mentre in una conversazione con un suo amico, Rexal Ford diceva di essere stato lasciato e che la ex “non fosse più interessata ad essere madre”.
Le rivelazioni dell’analisi forense: Kaufmann arrivato a Skiathos chiede del denaro a un amico in USA
Appena sbarcato sull’isola greca di Skiathos, Kaufmann avrebbe chiesto in prestito del denaro a un amico negli Stati Uniti. A rivelarlo, secondo quanto appreso dall’agenzia stampa LaPresse, è stata l’analisi forense delle sue conversazioni su WhatsApp, attualmente al vaglio della procura di Roma. Kaufmann, figura enigmatica del mondo cinematografico internazionale, avrebbe richiesto che il denaro gli venisse inviato attraverso il circuito Western Union, modalità che solleva interrogativi sulla sua reale situazione finanziaria.
Il particolare potrebbe gettare nuova luce sulla vicenda del finanziamento pubblico concesso dal Ministero della Cultura (Mic) per il film Stelle della Notte. Il contributo, erogato sotto forma di tax credit a una società di produzione con sede nel quartiere Parioli di Roma, sembrerebbe infatti non essere mai arrivato nelle mani di Kaufmann.