vincono i film da vedere in sala, magro bottino allo streaming- Corriere.it

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di Paolo Mereghetti

I riconoscimenti tornano a essere l’anticamera degli Oscar e tutto fa pensare che Spielberg e Farrell abbiano le carte in regola per le statuette

A 76 anni Steven Spielberg viene incoronato nuovamente miglior regista dalla stampa straniera accreditata a Hollywood che gli assegna il suo terzo Golden Globe (oltre a quello alla carriera nel 2008) nell’unica categoria che non prevede distinzioni tra tipologia narrative e premia anche il suo ultimo film, «The Fabelmans», come miglior film drammatico dell’anno. Il viatico perfetto per prepararsi al 12 marzo, quando verranno assegnati gli Oscar dove la storia della sua vocazione cinematografica (perché il protagonista Sammy Fabelman è dichiaratamente il giovane Spielberg) potrebbe fargli vincere il suo secondo Oscar per la regia.

L’altro trionfatore della serata è «Gli spiriti dell’isola» (qui l’elenco di tutti i premi), che tra breve vedremo anche in Italia, non solo miglior film nella categoria comici o musical, ma vincitore con Colin Farrell nella equivalente categoria attoriale e con Martin McDonagh per la sceneggiatura (gli stessi premi, questi ultimi, che il film aveva anche raccolto alla Mostra di Venezia).

E viene da pensare che saranno proprio questi due film a giocarsi le carte migliori per le statuette degli Academy Awards, con il terzo incomodo di Cate Blanchett per il suo ruolo in «Tár», che ieri sera ha vinto il Golden Globe della miglior interprete drammatica. Insomma, accantonate le polemiche che avevano rischiato di declassare il premio, i riconoscimenti della stampa estera sono tornati per questa ottantesima edizione a essere quello che sono sempre stati: l’anticamera al premio più importante del cinema, la statuetta dell’Oscar.

Un’indicazione che può valere anche per il titolo che ha trionfato nella categoria dei film non in lingua inglese (quelli che una volta erano i film stranieri) dove è stato scelto «Argentina, 1985», diretto da Santiago Mitre e prodotto da Amazon.

Un’ultima notazione. Limitato al film sul processo ai generali golpisti argentini e al Pinocchio di Guillermo del Toro, miglior film d’animazione prodotto da Netflix, il bottino dei grandi padroni dello streaming è decisamente poca cosa (non hanno ricevuto premi né «Blonde» né «The Whale» né «Glass Onion: Knives Out») e anche questa è un’indicazione da non sottovalutare, tutta a favore dei film che si possono vedere «solo al cinema» (almeno nei primi mesi di vita), come sono stati «Elvis», che ha fatto vincere al suo protagonista Austin Butler il premio come miglior attore drammatico, «Everything Everywhere All at Once» che ha portato sul podio Michelle Yeoah (miglior attrice in un film comico o musical) e Ke Huy Quan (miglior attore non protagonista) e «Black Panther: Wakanda Forever» col premio a Angela Bassett per la miglior attrice non protagonista. Un’indicazione di orgoglio produttivo che si spera contagi sempre più il pubblico, non solo americano.

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 08:19)

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