La diplomazia internazionale lavora alla pace ma la realtà su campo è diversa: la Russia ha scatenato sull’Ucraina una violenta offensiva, lanciando 120 missili e 90 droni. Uno dei più grandi attacchi dall’inizio della guerra, fanno sapere da Kiev. Colpite le reti energetiche, le centrali termiche, in diverse aree del paese. Blackout e incendi nella capitale, con la gente costretta a lasciare con il buio le proprie case e ripararsi nelle metropolitane. Ci sono vittime, sette, tra le quali due donne nella città meridionale di Mykolaiv. La Polonia fa alzare in volo i suoi caccia da combattimento, mentre l’Ucraina contrattacca con più di 50 missili verso il territorio russo. Per il presidente ucraino Zelensky il 2025 sarà l’anno in cui la guerra dovrà finire, e apprezza la dichiarazione adottata dal G7 di appoggio all’Ucraina su iniziativa della premier italiana Giorgia Meloni. Vorrebbe di più, anche dall’America, che però fino a ora ha inviato armi a Kiev per 64 miliardi di dollari. Martedì prossimo, a mille giorni dall’inizio del conflitto, si terrà un incontro tra i ministri degli esteri di Germania, Francia, Regno Unito, Polonia, Italia e la rappresentanza dell’Unione europea.

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