Dal 30 ottobre sarà disponibile per la prima volta in Italia un vaccino contro la chikungunya. E’ un vaccino ricombinante a base di Vlp (virus-like particles), già approvato negli Stati Uniti, nell’Unione europea e nel Regno Unito, che induce una risposta anticorpale protettiva.
Nel nostro Paese, il vaccino è stato approvato dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) a maggio scorso e dal 30 ottobre sarà disponibile sul mercato. La notizia arriva dal simposio ‘Chikungunya: scenari futuri e strategie di prevenzione e controllo’, svoltosi nell’ambito del 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) in corso a Bologna.
Attualmente esiste anche un altro vaccino vivo attenuato, in Stati Uniti e Canada, che non è però disponibile in Italia perché l’Ema ha avviato un riesame di sicurezza. Per il vaccino ricombinante, negli studi clinici, è stata osservata una robusta sierorisposta 21 giorni dopo la vaccinazione, con un’immunità protettiva che iniziava a svilupparsi già 7 giorni dopo la vaccinazione, mostrando un profilo di sicurezza favorevole.
Il Vlp è un tipo di vaccino a subunità non infettivo, indicato per soggetti dai 12 anni in su e contiene proteine in grado di imitare il virus senza causare la malattia, garantendo che un’ampia gamma di persone possa trarre beneficio dalla vaccinazione. “La disponibilità di vaccini efficaci può essere di utile ausilio non solo per chi viaggia verso zone endemiche o affette da epidemie, ma anche per contenere eventuali focolai autoctoni nel nostro Paese”, afferma Giovanni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
“Gli studi più recenti – afferma Caterina Rizzo, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva presso il Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle Nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa – confermano che questa zanzara ha completamente colonizzato anche il nostro Paese, aumentando il rischio di insorgenza di casi autoctoni. Pur attuando le corrette misure di prevenzione, evitare le punture di questo insetto non è semplice in quanto è attivo prevalentemente di giorno. L’approvazione del primo vaccino ricombinante contro la Chikungunya rappresenta sicuramente una svolta importante”. Questo strumento aggiuntivo, conclude, “fornisce infatti una valida opzione per la protezione di viaggiatori e fasce della popolazione a rischio, integrandosi così con le misure di controllo dei vettori e la sorveglianza epidemiologica”.
Il virus chikungunya è trasmesso dalla zanzara del genere Aedes albopictus, nota come zanzara tigre, ed è endemico in varie aree di Asia e Africa. Negli ultimi anni, anche in Italia si sono verificati diversi focolai. I più recenti sono avvenuti quest’estate in Emilia-Romagna (Carpi) e Veneto (Val Policella).
Al 7 ottobre, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si contavano 398 casi di infezione diagnosticata, in aumento significativo rispetto al 2024 quando si limitavano a 17. Oltre il 75% delle persone infette da chikungunya sviluppa sintomi, tra cui febbre, eruzione cutanea, affaticamento, mal di testa e, spesso, dolori articolari intensi e debilitanti. In più del 40% dei casi, gli effetti possono diventare cronici. Non esiste un trattamento specifico disponibile. La vaccinazione, insieme all’educazione dei viaggiatori su come evitare le punture di zanzara, sono misure chiave per la prevenzione.
