Reazioni diverse sui due lati dell’Atlantico alla vittoria di Trump. A Wall Street le borse hanno festeggiato: netta la salita per gli indici Dow Jones (+3,20%), S&P 500 (+2,10%), Nasdaq (+2,40%). E ancora di più per il listino Russell 2000 (+5,20%) delle piccole e medie imprese, a causa dell’aspettativa di benefici per le aziende, soprattutto piccole, che deriverebbero dalle politiche di Trump su tasse, spesa pubblica e dazi.

Politiche che invece, per le spinte inflazionistiche che potrebbero creare, hanno fatto scendere il valore dei titoli di Stato, e quindi hanno fatto salire il loro rendimento. Quello del Treasury decennale americano è cresciuto di 15 punti base, a quota 4,43%.

Si è rafforzato, in questo contesto, il dollaro ed sceso di riflesso l’euro, che ora vale 1,0739 dollari, il minimo dallo scorso luglio.

Come in un domino, la salita dei rendimenti dei bond e quella del dollaro hanno fatto scendere l’oro, che non ha rendimenti ed è scambiato nella valuta americana: quasi -3% per il metallo giallo, a quota 2.666 dollari all’oncia.

Aria diversa per le borse europee: avevano aperto in rialzo e hanno invece chiuso in calo: Milano -1,54%, la contrazione maggiore, del 2,90%, è stata per Madrid. In entrambi i mercati sono scese soprattutto le banche e le utilities.

Vola poi il Bitcoin, che ha superato i 74mila dollari e aggiornato il record storico.

E tra i vincitori: Elon Musk, grande sponsor di Trump, la cui Tesla ha avuto una crescita in borsa a due cifre (+14%), e lo stesso neo-presidente, per il rally di Trump Media (+9%), la società dietro il social Truth.

 

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