Cinquantuno nuovi casi di infezione da West Nile Virus sono stati segnalati Italia dal 12 al 18 settembre 2024, portando a un totale di 382 le segnalazioni notificate a partire da maggio 2024. I decessi salgono a 16 rispetto ai 13 della precedente rilevazione. Lo afferma il nuovo bollettino della sorveglianza pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità.   

A livello territoriale

Rispetto al totale di 382 casi, quelli che si sono manifestati in forma neuro invasiva, ovvero con sintomi di meningite o encefalite, sono stati 222 e il numero maggiore, ovvero 131, si è verificato in Emilia-Romagna e 38 in Veneto; quindi 12 in Piemonte, 9 in Lombardia, 5 in Friuli Venezia Giulia, 1 Lazio, 2 Abruzzo, 11 Campania, 2 Puglia, 2 Calabria, 1 Sardegna. 

Tra i 16 decessi notificati, 3 si sono verificati in Piemonte, uno in Lombardia, 7 in Veneto, uno in Friuli-VeneziaGiulia, 3 in Emilia-Romagna, uno in Calabria. 

Il primo caso umano autoctono di infezione da West Nile virus della stagione è stato segnalato dall’Emilia-Romagna il 26 giugno nella provincia di Modena. Due i casi importati dagli Stati Uniti, 5 dall’Albania e uno dalla Romania; 45 casi asintomatici sono stati identificati tra i donatori di sangue.   

La febbre West Nile

La febbre West Nile, ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, è una malattia provocata dal virus West Nile, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo, mentre non si trasmette tramite il contatto tra persone. Nella maggior parte dei casi i sintomi sono assenti o leggeri. “I sintomi più gravi si presentano in meno dell’1% delle persone infette (una su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti” e nei casi più gravi può causare un’encefalite letale. 

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