C’è un’altra vittima da West Nile: si tratta di un paziente di 77 anni. L’uomo aveva patologie croniche e aveva subito un trapianto cardiaco. 

Dalle prime informazioni sembrerebbe che l’uomo vivesse in provincia di Latina e che avesse soggiornato nell’ultimo periodo a Baia Domizia, in provincia di Caserta.

L’anziano è deceduto all’alba di oggi all’istituto Spallanzani di Roma. 

“Il West Nile, che attualmente sta destando particolare preoccupazione, rappresenta un pericolo per chi convive con una malattia reumatologica e ha un sistema immunitario reso più fragile dall’assunzione di farmaci immunosoppressori”, spiega Sebastiani, past president della Società italiana di reumatologia (Sir). 

“Il clima – prosegue – sta modificando anche il microbioma, condizionando il potenziale sviluppo di malattie reumatiche autoimmuni”.

“L’esposizione a temperature elevate stimola il rilascio di citochine infiammatorie e aumenta lo stress ossidativo, peggiorando i sintomi di molte malattie autoimmuni“, prosegue Sebastiani. 

“L’inquinamento atmosferico, invece, può agire sull’epigenetica ossia modificare il modo in cui i nostri geni funzionano, ‘accendendo’ quelli che scatenano infiammazione o autoimmunità e favorendo l’insorgenza di malattie reumatiche in persone predisposte”. 

Eventi estremi possono interferire con l’accesso alle cure, nella catena di distribuzione dei farmaci, sulla produzione di cibo e sulla diffusione di minacce un tempo lontane.

Il cambiamento climatico e le temperature estreme come quelle registrate in questi giorni sono una sfida crescente anche per i milioni di persone affette da malattie reumatologiche. “Fenomeni quali ondate di calore, aumenti dell’umidità e dell’inquinamento atmosferico possono influire sulla comparsa e la recrudescenza di artrite reumatoide, lupus e gotta portando anche a un aumento delle ospedalizzazioni”, spiega Andrea Doria, presidente della Sir.

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