Era al suo primo giorno di lavoro Anna Chiti, la studentessa di 17 anni scivolata da un catamarano e morta ieri nella Marina dell’isola di Sant’Elena, a Venezia. Come riferisce la stampa locale, la ragazza sarebbe caduta a causa delle onde provocate dal fortissimo vento, rimanendo impigliata sotto acqua nell’elica. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Venezia, con i sommozzatori e anche con l’elicottero Drago 160 decollato da Tessera. La giovane è stata subito liberata dalla cima dai sommozzatori e affidata al Suem 118 che a lungo ha tentato di rianimarla sul posto, ma purtroppo senza esito. Fatale per la giovane il trauma cranico causato dall’urto contro l’elica.
Verifiche sul contratto di lavoro
Sono al vaglio degli investigatori le telecamere di sorveglianza della darsena della Marina di Sant’Elena per ricostruire quanto accaduto. In queste ore potrebbero essere ascoltate le persone (in gran parte turisti) che erano presenti a bordo della barca, alle quali è stato chiesto di non ritardare la propria partenza da Venezia. È inoltre al vaglio degli investigatori il contratto di lavoro e la mansione della ragazza, che era al suo primo giorno di occupazione. La salma della giovane è a disposizione per un eventuale esame autoptico, che potrebbe essere disposto a breve. Al momento non risultano indagati.
Amava il mare e la vela
Anna Chiti amava il mare e la vela, in particolare. All’istituto Nautico di Venezia frequentava i corsi dell’indirizzo ‘trasporti e logistica e conduzione del mezzo marino’ spiega Michelangelo Lamonica, preside della scuola che conta circa 400 ragazzi. La sede storica si trova nel sestiere di Castello, a poche centinaia di metri dalla darsena di Sant’Elena. Fra un anno avrebbe terminato il suo corso di studi, e sarebbe diventata allievo ufficiale di coperta. Un futuro di lavoro imbarcata sulle navi, quindi, non tanto su imbarcazioni come un catamarano. “Era una ragazza piena di vita, appassionata – ricorda Lamonica – che oltre ad avere buoni voti si impegnava anche inattività peer to peer’ con gli studenti più piccoli, per aiutarli nelle materia in cui avevano difficoltà”.