Negli atti risulta che Banca Progetto sarebbe stato “uno strumento” grazie al quale uomini vicini ai clan – in particolare Ponzoni ed Enrico Barone (quest’ultimo legato alla cosca Tripodi di Vibo Valentia) – hanno avuto “liberamente accesso al credito”. Sono situazioni “tossiche” quelle che si sono create e che, per i giudici, necessitano della nomina di un’amministratore giudiziario per un anno, nello specifico Maria Pezzuto, la quale affiancherà il management dell’istituto soprattutto per rafforzare i “presidi di controllo interno”. Un’udienza per verificare il lavoro che verrà svolto con l’amministrazione giudiziaria è stata fissata per il 25 febbraio prossimo.
Banca Progetto Spa precisa in una nota che “l’istituto non è commissariato e che né la Banca, né i suoi esponenti e dipendenti sono oggetto” dell’indagine della Procura di Milano che ha portato la sezione misure di prevenzione del Tribunale a disporre l’amministrazione giudiziaria nei confronti della società. L’istituto “intende rassicurare i propri clienti e stakeholders che continuerà ad operare in modo del tutto ordinario attraverso i propri organi e strutture interne” e “si riserva di assumere ogni più opportuna iniziativa” nei confronti di “notizie false e diffamatorie” per “i danni che potrebbero arrecare all’Istituto”. L’inchiesta dei pm di Milano Paolo Storari e Silvia Bonardi riguarda “asserite carenze istruttorie” su “10 finanziamenti” per “circa 40.000” e ha “l’obiettivo di verificare, attraverso la nomina del dottor Donato Maria Pezzuto che si affiancherà alle strutture della Banca, l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di controllo interni”