Nel 2023 la quota di persone che hanno rinunciato a curarsi si attesta al 7,6% sul totale della popolazione ( nel 2019 era il 6,3%). Lo ha detto il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, nell’audizione in commissione Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.
Riguardo ai motivi della rinuncia, la quota di quanti sono stati scoraggiati della lunghezza delle liste di attesa è del 4,5% (2,8% nel 2019), mentre quella di chi è stato fermato da motivi economici è del 4,2%, e l’Istat rileva che la spesa sanitaria a carico delle famiglie supera i 40,6 miliardi (+1,7% rispetto al 2022),
L’1% della popolazione, invece, rinuncia a curarsi a causa della scomodità del servizio.