A 55 anni dallo sbarco sulla Luna, i programmi spaziali si preparano a entrare in una nuova era dominata dai privati. Se allora a contendersi il primato del primo passo sul suolo lunare erano le agenzie spaziali governative di Stati Uniti e Unione Sovietica, oggi l’alleanza fra il neoeletto presidente Trump e il fondatore di SpaceX Elon Musk apre uno scenario nel quale la presenza delle aziende si propone come dominante.
Artemis per la Nasa, Starship per SpaceX
Il primo segnale riguarda proprio la Luna: mentre la Nasa ha scelto per il programma Artemis il gigantesco razzo Space Launch System, la nave Starship che SpaceX ha progettato per i futuri viaggi verso la Luna e Marte potrebbe essere favorita da nuove norme.
Se questa tendenza fosse confermata con il ritorno di Trump alla Casa Bianca il prossimo gennaio, potrebbe essere rivisto anche il programma Artemis promosso dalla Nasa e al quale si sono uniti molti Paesi, compresa l’Italia.
Esperti: accelerazione dei tempi per le grandi esplorazioni
Quello che gli esperti internazionali di spazio si aspettano è una possibile spinta ad accelerare i tempi, in una nuova corsa per tenere il passo con la Cina e la sua intenzione dichiarata di portare i suoi taikonauti sul suolo lunare entro il 2030.
Perché questa accelerazione sia possibile, a SpaceX hanno bisogno di regole più snelle. Più volte, infatti, Musk ha lamentato l’esistenza di norme troppo stringenti. Lo ha fatto per esempio quando la Federal Aviation Administration (Faa) ha imposto un stop di alcune settimane ai test in volo della Starship dopo l’esplosione di un booster avvenuta il 28 gosto scorso. Era una pausa necessaria per capire le cause dell’esplosione, ma che Musk ha definito “superflua”.
Lancio della missione Transporter11 di SpaceX, con a bordo l’Iperdrone italiano (SpaceX)
SpaceX lancia il satellite europeo-giapponese per la ricerca sul clima (Reuters)
La commissione per l’efficienza del governo con a capo Musk
Sul fronte dei finanziamenti, potrebbe avere riflessi sulla corsa alla Luna anche il nuovo ruolo di Musk a capo della nuova Commissione per l’efficienza del governo. La sua promessa di fare in modo che il denaro dei contribuenti “sia speso in modo corretto” potrebbe infatti influire sul destino dello Space Launch System della Nasa. Quest’ultimo, a differenza della Starship, non è riutilizzabile, può volare solo una volta ogni due anni e il costo di ogni lancio supera 4 miliardi di dollari, il quadruplo rispetto alle stime iniziali. SpaceX tende invece a ridurre i costi di ogni volo a meno di dieci milioni di dollari.
Elon Musk/SpaceX’s Polaris Dawn Falcon 9 (gettyimages)
Ax3 SpaceX TestDrive PRIME (Rainews)
Intanto la Cina: obiettivo 2031
Starship potrebbe infine diventare un problema anche per il programma Mars Sample Return, con il quale Nasa e Agenzia Spaziale Europea vorrebbero portare sulla Terra i primi campioni del suolo marziano.
I suoi tempi e i costi, entrambi dilatati rispetto alle stime iniziali, potrebbero lasciare campo libero alla Starship e a imporre una scelta in tempi rapidi potrebbe essere l’intenzione della Cina di portare sulla Terra i primi campioni da Marte entro il 2031.
Ma il sogno della frontiera, cardine nella cultura di governo e degli States, avrà quasi certamente un nuovo, potente impulso, con l’arrivo dell’imprenditore più ricco del mondo in politica.