Il ritratto del reo confesso di un omicidio efferato aveva prima il volto di un bravo ragazzo, poi dello sguardo cupo dei segreti che teneva dentro – sciolti al sole con la confessione – ed ora, con quel maglione a quadri così lontano dalle immagini sui suoi social, di solo un anno fa, di un ragazzo che lavorava nei locali “in” della Milano da Bere, che strideva con l’omicidio di Giulia, la sua compagna. E ieri, la parola “Ergastolo”, è stata pronunciata nell’aula dove c’era anche, affranta, tutta la famiglia della sua compagna, Giulia.
Alessandro Impagnatiello è stato condannato al massimo della pena per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, che era incinta di sette mesi del loro bimbo Thiago. Una sentenza che è arrivata proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al termine di un processo durato 13 udienze e iniziato a gennaio.
La madre e il fratello di Giulia Tramontano dopo aver sentito la sentenza per l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello (lapresse)
Giudicie Antonella Bertojai durante il processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano, Milano, 11 Novembre 2024 (Ansa)
Uno sguardo “impassibile”: ha dato il consenso alle riprese
Ascoltando le parole pronunciate dalla giudice Antonella Bertoja, presidente della Corte d’Assise di Milano, Impagnatiello è rimasto impassibile, in piedi accanto ai suoi avvocati, dando il consenso questa volta ad essere ripreso dalle telecamere, con lo sguardo fisso davanti a sé e accennando uno sguardo duro, mentre veniva portato via dagli agenti della Penitenziaria.
Madre di Giulia: “Non esiste vendetta”
I familiari di Giulia, invece, sono scoppiati in lacrime e si sono stretti in un abbraccio. “Non esiste vendetta”, ha detto piangendo la mamma, Loredana Femiano. “Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita”, ha aggiunto. Secondo quanto stabilito dalla Corte, l’ex barman, 31 anni, dovrà anche scontare tre mesi di isolamento diurno e risarcire con provvisionali da 200mila euro la madre e il padre Franco e con 150mila euro a testa i fratelli Chiara e Mario.
I giudici hanno riconosciuto tutte le accuse contestate, con la sola esclusione dell’aggravante dei futili motivi per l’omicidio volontario.
Premeditazione, crudeltà, occultamento di cadavere
Confermate, dunque, le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dell’aver commesso il fatto ai danni della convivente. E’ stato anche condannato per interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere, imputazioni per le quali gli è stata inflitta un’ulteriore pena di 7 anni, che si aggiunge all’ergastolo chiesto anche dai pm. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, ma per i difensori, Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, l’esclusione di un’aggravante “è già un buon risultato”.
I giudici potrebbero aver ritenuto che il 31enne avesse un movente criminale, non futile, ossia quello di togliere di mezzo tutti gli ostacoli alla sua vita di menzogne.
Alessandro Impagnatiello (LaPresse)
L’arresto di Alessandro Impagnatiello, fidanzato di Giulia Tramontano (ANSA)
Alessandro Impagnatiello (ANSA)
La terribile confessione: le 37 coltellate, i dettagli in aula
Impagnatiello, che ha confessato quando è stato messo alle strette nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, uccise Giulia con 37 coltellate sferrate principalmente al collo e al torace nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, il 27 maggio 2023. Quel giorno stesso la ragazza, 29 anni, si era incontrata con la donna con cui l’ex barman aveva una relazione parallela e le due si erano confrontate in merito alle bugie e agli inganni di cui negli ultimi mesi erano state vittime entrambe. Una volta rientrata a casa, Giulia sarebbe stata sorpresa da un vero e proprio “agguato” da parte del fidanzato, che fino ad allora era stato come uno “scacchista” che muoveva le sue pedine.
Giulia Tramontano (Tgr Lombardia)
Il tentativo di bruciare il corpo
Dopo l’omicidio, Impagnatiello provò per due volte a bruciare il corpo (“tentai di cancellare tutto – aveva detto – come se far sparire una persona fosse buttare una caramella”), decidendo, poi, di nasconderlo in un’intercapedine dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri da casa. Come ricostruito dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, che la scorsa udienza avevano chiesto l’ergastolo e 18 mesi di isolamento al termine di una requisitoria definita un “viaggio nell’orrore”, l’uomo avrebbe anche tentato di avvelenarla per mesi con del topicida.
L’addio a Giulia Tramontano Sant’Antimo, arrivo del feretro ((Local Team))
Nel corso del processo Impagnatiello era stato sottoposto ad una perizia psichiatrica disposta dalla Corte, ma lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca lo hanno ritenuto capace di intendere e volere, anche se “narcisista, psicopatico e bugiardo”.
Un dolore immenso
Il verdetto di ieri è quello che la famiglia di Giulia ha sempre ritenuto “l’unica sanzione possibile”, come ha messo in luce l’avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti. Alla lettura della sentenza la madre è “scoppiata in un pianto liberatorio”, perché “aldilà del dolore immenso che prova – ha spiegato il legale – ricevere formalmente il riconoscimento del massimo della responsabilità, secondo quella che è la giustizia degli uomini, per lei e gli altri familiari è una consolazione relativa, perché evita almeno una beffa”.
La sorella Chiara ha voluto sottolineare che “questa sentenza è solo il normale epilogo” della giustizia. “Dovremmo fare molto di più – ha detto ancora – prima che un’altra donna venga uccisa, senza aspettare la giusta sentenza per gridare contro la violenza sulle donne”.
Chiara Tramontano a margine dell’udienza in Corte Assise del processo ad Alessandro Impagnatiello accusato dell’omicidio di sua sorella, Giulia Tramontano, Milano, 21 Marzo 2024 (ansa)
dalle stories di Chiara Tramontano (@claireoncam_)