Eclissi artificiali per studiare approfonditamente la corona solare in modo da comprendere meglio i meccanismi all’origine del vento solare e degli sciami di particelle che generano le tempeste geomagnetiche. È questo l’obiettivo di Proba 3, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea partita oggi dall’India.
Una coppia di satelliti dell’Esa, Occulter e Coronagraph, è stata lanciata in orbita alle 11,34 italiane, dal Centro spaziale Satish Dhawan, gestito dall’agenzia spaziale indiana Isro, con un razzo Pslv-XL (Polar Satellite Launch Vehicle).
La partenza è stata ritardata di un giorno a causa di un problema con il sistema di propulsione di backup di uno dei satelliti, fondamentale per il volo di precisione.
La creazione di eclissi solari artificiali avverrà attraverso una sofisticata manovra di volo in formazione nello Spazio. Ogni eclisse artificiale dovrebbe durare sei ore, un tempo notevolmente più lungo rispetto ai pochi minuti di totalità che offre un’eclisse naturale sulla Terra, e che permette un’osservazione prolungata dell’atmosfera esterna della nostra stella.
Occulter e Coronagraph si separeranno tra circa un mese e voleranno a 150 metri di distanza l’uno dall’altro. Una volta raggiunta la loro destinazione, molto sopra la Terra, si allineeranno con il Sole in modo che un veicolo spaziale proietti un’ombra sull’altro. Questo richiederà, spiegano gli esperti dell’Esa, una precisione estrema, entro un millimetro.
Per mantenere la loro posizione, i satelliti si affideranno a GPS, sensori stellari, laser e collegamenti radio, volando autonomamente. Ogni veicolo spaziale, a forma di cubo, ha una dimensione inferiore a 1,5 metri di larghezza.
Il satellite che proietta l’ombra contiene un disco per bloccare i raggi solari alla vista del telescopio dell’altro satellite. Questo disco simulerà la Luna in un’eclisse solare totale naturale, con il satellite oscurato che simula la Terra.
“La missione ha una grande rilevanza scientifica”, ha dichiarato Dietmar Pilz, direttore della tecnologia e ingegneria dell’Esa. Gli scienziati hanno bisogno che il volto abbagliante del Sole sia completamente bloccato per poter studiare la corona che lo circonda, ottenendo una vista particolarmente buona vicino al bordo solare in questa missione.
Gli astronomi sono particolarmente interessati a comprendere meglio le espulsioni di massa coronale, eruzioni di miliardi di tonnellate di plasma con campi magnetici verso lo Spazio. Le tempeste geomagnetiche che ne derivano possono disturbare l’energia e le comunicazioni sulla Terra e in orbita.
Rilevante l’apporto italiano alla missione. L’Osservatorio di Torino dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha sviluppato il sistema che ha la funzione di controllare il posizionamento di Coronagraph, che ospita il telescopio dedicato allo studio della corona solare. L’Inaf è stato coinvolto anche nella realizzazione di un sistema composto da 3 Led posizionati al centro della superficie di Occulter rivolta verso il telescopio, che permetterà di misurare lo spostamento relativo tra i due satelliti.
Con un’orbita irregolare che si estende da 600 a 60.000 chilometri di distanza, i satelliti impiegheranno quasi 20 ore per fare il giro del pianeta. Sei di queste ore – nella parte più lontana di alcune orbite – saranno dedicate a generare, almeno due volte a settimana, un’eclissi. I primi risultati dovrebbero essere disponibili a marzo, dopo il collaudo di entrambi i satelliti.
La missione ha un costo di 210 milioni di dollari. Una volta completato il loro compito, entrambi i satelliti inizieranno a scendere gradualmente fino a bruciare nell’atmosfera, probabilmente entro cinque anni.