Salvini assolto: “Il fatto non sussiste”. È questa la sentenza del processo Open Arms che a Palermo vedeva imputato il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito per giorni lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola nell’agosto del 2019. Per Salvini, allora ministro dell’Interno, l’accusa aveva chiesto sei anni di reclusione. Accolta dunque la richiesta della difesa.
“Sono felice dopo tre anni hanno vinto il buon senso e l’Italia” ha commentato il ministro subito dopo la lettura della sentenza.
Già in una diretta social di ieri sera il Ministro ha sottolineato che il verdetto è quello di primo grado: “Mi sento un po’ come nella canzone di Venditti ‘Notte prima degli esami’, però sono assolutamente felice e orgoglioso di quello che ho fatto: è solo la sentenza di primo grado e anche in caso di condanna ricordo a tutti che ci sono altri due gradi di giudizio, lo dico soprattutto a chi mi augura la galera”, ha detto.
Open Arms: 27 le parti civili, in aula anche Oscar Camp
Sono tutte in aula le 27 parti civili che si sono costituite contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. I legali delle parti civili, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative, hanno chiesto una cifra complessiva di oltre un milione di euro di risarcimento all’imputato come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti. In aula è arrivato anche Oscar Camps, il fondatore di Open Arms.
Matteo Salvini arriva all’aula bunker per la sentenza Open Arms (ANSA)
Le tappe della vicenda
La vicenda è iniziata nell’estate del 2019, quando durante il governo Conte c’è stato un braccio di ferro tra governo e ong per lo sbarco dei migranti. Il 1 agosto la OpenArms, ong catalana, soccorre 124 migranti in acque internazionali e chiede l’assegnazione di un porto sicuro. Italia e Malta lo negano. Il 9 agosto gli avvocati della ong fanno ricorso al tribunale dei minori che verranno fatti scendere tre giorni dopo. Alla Open Arms viene chiesto di andare in Spagna, stato di bandiera della nave. Ma il comandante sulla base delle norme internazionali chiede il porto sicuro più vicino e resta davanti Lampedusa. Intanto vengono soccorse altre 39 persone mente il TAR del Lazio sospende il divieto di ingresso ordinato dal ministro dell’Interno. La ONG presenta anche un esposto alla procura di Agrigento.
Scesi i più vulnerabili sulla nave restano ancora 88 migranti: dopo 18 giorni in mare la situazione è diventata insostenibile con problemi igienico sanitari e la tensione alle stelle: tanto che una decina di giovani si gettano a mare sperando di raggiungere Lampedusa a nuoto. Il 20 agosto, l’allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale a bordo e ordina lo sbarco immediato. Subito dopo, la procura di Agrigento iscrive il ministro dell’Interno nel registro degli indagati. Le carte in seguito trasmesse per competenza al tribunale dei ministri di Palermo che formula per Matteo Salvini l’imputazione di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. A differenza della precedente richiesta sul caso Diciotti, il Senato autorizza a procedere: il 17 aprile 2021 il gup dispone il rinvio a giudizio e il 15 settembre comincia il processo.
Lega pronta alla mobilitazione
Presenti in aula bunker nel giorno della sentenza alcuni membri della Lega tra cui il ministro dell’Istruzione Valditara: “Sono qui perché sono amico di Matteo Salvini per dargli la mia vicinanza e la mia solidarietà in questo momento”. Ci sono anche Claudio Durigon, vice segretario della Lega, e il parlamentare leghista Alessandro Morelli. Ma la solidarietà del partito, che ritiene che la decisione del Ministro fosse parte integrante delle politiche di controllo delle frontiere del governo di allora, sono arrivate anche nei giorni scorsi: “Ormai ci siamo. Cinque giorni prima del Santo Natale, sapremo se Matteo Salvini è colpevole. Colpevole di aver difeso i confini del nostro Paese dall’invasione di immigrati clandestini”. Così il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, intervistato da Affaritaliani.it. “Un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano, al Parlamento e quindi al governo eletto direttamente dai cittadini. Tutto il partito è al fianco del suo leader ed è pronto alla mobilitazione in caso di condanna”. Per il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, una condanna di Salvini nel processo Open Arms “sarebbe una cosa “incredibile per il nostro Paese”.
Le accuse mosse al ministro riguardano il blocco dello sbarco di 147 migranti nell’agosto 2019. Secondo la difesa dell’allora ministro dell’Interno, Open Arms avrebbe immediatamente dovuto “dirigersi verso Spagna, Malta o Tunisia”. Invece, si legge nella ricostruzione di parte leghista, “il comandante ha deliberatamente scelto l’Italia quale luogo di attracco e sbarco”, rifiutando “uno sbarco di un gruppo di migranti offerto da Malta” e rifiutando “l’assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana che si era detta disponibile ad accompagnare la nave verso la Spagna, prendendo a bordo alcuni immigrati.
Elon Musk e il gruppo dei Patrioti postano sui social in solidarietà del Ministro
I membri del partito di Salvini non sono gli unici a protestare per il processo in corso. Da Bruxelles il gruppo dei Patrioti, di cui la Lega fa parte, pubblica un video in cui gli alleati, fra cui il Presidente dell’Ungheria Viktor Orban, manifestano con magliette ironiche con il volto Matteo Salvini e la scritta “Colpevole”. Anche l’imprenditore Elon Musk, ritwittato da Salvini, commenta su X: “è una follia che il Ministro sia processato per difendere l’Italia”.
Dopo la richiesta di condanna a sei anni al processo sulla vicenda Open Arms, Matteo Salvini aveva pubblicato un video sui social che tutt’ora è fissato in alto sui suoi profili. Il vicepremier nell’ormai famoso video parla su uno sfondo scuro, spiegando le sue ragioni e chiamando a raccolta i militanti a protestare anche con manifestazioni di piazza contro quello che definisce un “processo politico”.