È stata dichiarata “inammissibile” la richiesta di revisione del processo presentata dalla difesa di Francesco Gratteri, l’ex super poliziotto che fu condannato in via definitiva nel 2012 a 4 anni per falso aggravato per i fatti della scuola Diaz durante il G8 a Genova nel 2001, quando era direttore del Servizio centrale operativo della Polizia. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, collegio presieduto da Francesca Vitale, come aveva chiesto anche la Procura generale guidata da Francesca Nanni, con la sostituta pg Paola Pirotta.
La Procura generale di Milano aveva chiesto, nell’udienza del 28 novembre scorso, che venisse rigettata la richiesta di revisione presentata dai difensori di Francesco Gratteri, l’ex super poliziotto che in passato aveva partecipato alla cattura, tra gli altri, di boss mafiosi come Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca.
L’istanza di revisione era stata dichiarata inammissibile “de plano”, ossia senza udienza, già dalla Corte d’Appello di Torino, ma poi, su ricorso dei difensori, la Cassazione aveva stabilito che non era manifestamente infondata e che andava celebrata un’udienza di discussione. Udienza che si è tenuta a fine novembre, davanti alla quinta Corte d’Appello di Milano (presidente del collegio Francesca Vitala), e nella quale la sostituta pg Paola Pirotta aveva chiesto che l’istanza venisse bocciata, perché non ci sarebbero state prove nuove portate per chiedere la revisione del processo.
Del tutto diversa era la posizione della difesa di Gratteri (presente in aula anche oggi) che aveva depositato anche una mole di documenti. Oggi è arrivata la sentenza della Corte per l’ex dirigente di Polizia, condannato a 4 anni (di cui tre indultati), e le motivazioni saranno depositate tra 45 giorni.
“Sono dispiaciuto per quanto accaduto nella scuola Diaz, ma quella nei miei confronti la ritengo una sentenza ingiusta. Io quella notte sono stato ingannato”, aveva detto Gratteri in passato quando si era tenuta l’udienza per ottenere l’affidamento ai servizi sociali per scontare la pena residua. Dopo la sentenza della Corte milanese, Gratteri potrà fare ricorso in Cassazione.