La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse al 4,5% questa sera, come previsto dalla maggior parte degli analisti e nonostante la richiesta arrivata direttamente dal presidente Trump. Il presidente della Fed, Jerome Powell, si è espresso per la prima volta dopo l’insediamento alla Casa Bianca del tycoon.
Il Comitato di politica monetaria della Fed si dice “pronto ad adeguare la posizione della politica monetaria” qualora “emergessero rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi”. E’ quanto si legge nel comunicato diramato dalla Fed dove annuncia la decisione di lasciare i tassi invariati. Le valutazioni del Comitato “terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, tra cui letture sulle condizioni del mercato del lavoro, pressioni inflazionistiche e aspettative di inflazione, e sviluppi finanziari e internazionali”.
Dopo l’ultima sforbiciata da parte della banca centrale americana a dicembre, l’inflazione è scesa e il mercato del lavoro si è mostrato ancora solido, suggerendo che non c’è bisogno di stimoli all’economia. Il mercato si aspettava una pausa, dato che l’economia americana resta solida e l’inflazione alta. Le incertezze sui dazi dell’amministrazione Trump, poi, non aiutano a fare previsioni chiare per il medio-lungo termine. Secondo diversi analisti il prossimo taglio dei tassi dovrebbe arrivare a marzo o a giugno.
Cresce l’attesa per la decisione della Bce, il cui board domani si riunisce per la prima volta quest’anno. In questo caso, il mercato non solo prevede che il costo del denaro sarà abbassato, ma si lascia aperta l’ipotesi di una riduzione dello 0,50%. Molto più probabile, però, che il taglio sarà dello 0,25%, come del resto per i precedenti quattro annunci dal giugno scorso.
Sarebbe il quinto taglio da quando ha iniziato ad allentare la politica monetaria nel giugno scorso. Ma l’attenzione degli operatori è puntata in particolare sulla divergenza di vedute tra l’Eurotower e la banca centrale americana: la domanda fondamentale è se la Bce si senta a suo agio con la crescente distanza tra il suo percorso di politica monetaria e quello della più grande banca centrale del mondo. Per questo un focus particolare verrà dato alle parole del presidente Christine Lagarde in conferenza stampa. Secondo gli analisti, la Bce taglierà ancora a marzo e giugno portando il tasso di riferimento al 2% entro la fine dell’anno. Ma vi è molta incertezza, soprattutto riguardo all’impatto dei dazi americani sulla crescita (debole) dell’Eurozona e sull’inflazione.