L’ex primario dell’ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu, sono stati assolti con formula piena dal gup del Tribunale di Trento, Marco Tamburrino, dalle accuse di maltrattamenti in concorso e in continuazione nei confronti del personale del reparto. Secondo il giudice, che ha applicato l’articolo 530 comma due del codice di procedura penale, il fatto non sussiste.
L’accusa, rappresentata dalla pm Maria Colpani, aveva chiesto per entrambi una pena di quattro anni, due mesi e venti giorni per maltrattamenti continuati e in concorso ai danni di 21 tra medici, infermieri e ostetriche di cui 10 si erano costituiti parte civile. Tra le parti offese anche Sara Pedri, la ginecologa forlivese di 32 anni di cui non si sa più nulla dal 4 marzo di quattro anni fa. La sentenza è stata appena pronunciata dal gup Marco Tamburrino.
Il caso della giovane ginecologa forlivese scomparsa nel 2021 a Cles in Trentino dopo una difficile esperienza lavorativa, ha toccato l’opinione pubblica e messo sotto sopra la sanità trentina.
“Oggi è stata un’udienza molto serena, in cui tutte le parti hanno parlato brevemente. Da parte nostra, tutto quello che c’era da fare è stato messo sul campo, ora è tutto nelle mani del giudice”. Così, a margine dell’ultima udienza, l‘avvocato Nicola Stolfi, che difende l’ex primario Saverio Tateo assieme all’avvocato Salvatore Scuto, nel procedimento penale sui presunti maltrattamenti nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento, dove lavorava anche la ginecologa forlivese Sara Pedri.
All’udienza, avvenuta in camera di consiglio di fronte al gup Marco Tamburrino, erano presenti entrambi gli imputati, l’ex primario Tateo e la sua vice Liliana Mereu. “Si è trattato di un confronto dialettico pieno, che contiamo porterà i suoi frutti. Noi abbiamo fatto una breve excursus, toccando tutti i punti evidenziati nell’udienza dedicata alla difesa”, ha concluso Stolfi.