Un nuovo processo d’appello nei confronti di un ex sindacalista accusato di violenza sessuale su una hostess e assolto lo scorso giugno a Milano. Lo ha chiesto il procuratore generale di Cassazione nell’udienza che si è svolta stamattina davanti ai supremi giudici della Terza Sezione penale. La sentenza di assoluzione aveva suscitato polemiche perché per i giudici della Corte di Appello milanese la condotta del sindacalista “non ha (senz’altro) vanificato ogni possibile reazione della parte offesa, essendosi protratta per una finestra temporale”, “20-30 secondi” che “le avrebbe consentito anche di potersi dileguare”.
L’uomo era stato già assolto in primo grado. I fatti risalgono al 2018, quando l’hostess si era rivolta al sindacalista per una vertenza e durante l’incontro sarebbe avvenuta la violenza. All’udienza in Cassazione la difesa dell’imputato ha sollecitato il rigetto dei ricorsi. La sentenza è attesa in serata.
“Ascoltare in aula il suo avvocato mi ha provocato un misto di indignazione, rabbia e tanto sconforto. Non so quale sarà la decisione della Cassazione ma spero che i supremi giudici abbiano il coraggio di ribaltare queste due sentenze di assoluzione che io reputo indegne” ha detto la ex hostess protagonista della vicenda, uscendo dalla Cassazione. “Se i supremi giudici dovessero confermare le sentenze – ha aggiunto la donna – vuol dire che non solo io, ma tutte le donne lavoratrici sono veramente in pericolo e che chiunque è autorizzato a mettere le mani addosso a una donna”.