Da giorni sull’Etna si assiste allo stesso fenomeno visto di recente in Islanda con le eruzioni vulcaniche nella penisola di Reykjanes diventate attrazioni turistiche di massa.
Migliaia di curiosi salgono anche al buio quando le temperature diventano particolarmente rigide per ammirare il fronte della lava che scende dal cratere “Bocca Nuova” tanto che Salvo Cocina, capo dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana, parla di una vera “colata turistica sull’Etna”.
“Lo scorso fine settimana”, ricorda Cocina all’Ansa, “ci sono state circa duemila persone che hanno voluto vedere l’eruzione da vicino e molti non erano attrezzati” per affrontare il percorso montano, allo stesso tempo accessibile e insidioso: “C’è chi non conosce i pericoli di un sentiero dissestato dell’Etna dove, per esempio, il calore fa ghiacciare parte della neve, ma che rimane soffice di sotto, e se la calpesti in quel tratto sprofondi”.
Un monito ribadito anche dalle guardie del soccorso alpino presenti sul posto per tenere i visitatori a distanza di sicurezza dalla lava e che in questi giorni sono dovute intervenire per il susseguirsi di incidenti: “La gente si avventura con un abbigliamento inadeguato”, spiega Angelo Previtera, maresciallo dei Carabinieri, “negli ultimi soccorsi abbiamo trovato persone con le scarpette, in ipotermia”.
Il massiccio afflusso sui pendii innevati del vulcano ha creato problemi congestionando le strade e ostruendo il percorso delle squadre di soccorso.
Uno dei pericoli è quello delle esplosioni innescate dall’incontro tra il magma incandescente e la neve.
L’assalto di turisti è finito anche sulle pagine del New York Times. Il quotidiano statunitense ha intervistato il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso: “L’Etna è una parte integrante della nostra identità e della nostra cultura”, dice: “La sua bellezza e la sua potenza attraggono visitatori da tutto il mondo, ma dobbiamo anche essere consapevoli dei rischi che comporta l’attuale attività eruttiva”.