Il 21 febbraio 2025, il professor Sergio Alfieri, chirurgo di fiducia di Papa Francesco e responsabile dell’équipe medica che lo ha in cura, ha tenuto una conferenza stampa presso il Policlinico Gemelli di Roma per aggiornare il pubblico sulle condizioni di salute del Pontefice. Nel corso del briefing i sanitari hanno chiarito come il rischio più grave, per lui, sia quello di una sepsi: cioè che “i germi, che ora sono localizzati nei polmoni, passino nel sangue”.
Che cos’è la sepsi
Per sepsi (anche nota come setticemia) s’intende in generale una condizione scatenata da un’infezione (un patogeno che può essere di tipo batterico, virale o fungino) che determina una risposta infiammatoria disfunzionale e sregolata dell’organismo. È quindi dovuta alla presenza di un patogeno nel sangue non localizzato in una sede precisa dell’organismo. Per una diagnosi certa della sepsi bisogna identificare il patogeno, come sottolinea il ministero della Salute nel sito internet.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), questa grave complicanza di un’infezione che, se non trattata tempestivamente, può danneggiare gli organi e provocare anche il decesso, colpisce nel mondo circa 49 milioni di persone l’anno.
I sintomi della setticemia
Negli adulti i primi segni della sepsi sono: febbre, brividi e tremori, aumento del battito cardiaco, respiro accelerato.
La sepsi e lo shock settico costituiscono gravi emergenze mediche e pertanto il ricovero dovrà essere immediato e la terapia tempestiva e appropriata.
Come si cura
La principale cura per combattere la sepsi di qualunque grado è la terapia antibiotica, che dovrebbe iniziare entro un’ora dall’accertamento della malattia (diagnosi) per ridurre il rischio di complicazioni o di morte. Purtroppo in alcuni casi la presenza di patogeni resistenti ai consueti antibiotici (dovuti all’antibiotico- resistenza) rende più complicato il trattamento.