I festeggiamenti del Carnevale si concludono, da tradizione, con il Martedì Grasso, il giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio del periodo di Quaresima prima della Pasqua.
Perché si chiama così
Le origini di questo giorno sono da rintracciare nella storia cristiana e dell’Antica Roma. Era originariamente legato ai riti propiziatori delle antiche civiltà greche e romane, un momento di eccessi, baldoria e mascheramento, celebrato in onore di divinità come Saturno e Dioniso. Durante quei giorni di festa, maschere e costumi cancellavano le differenze sociali, tutti potevano partecipare ai riti propiziatori per ottenere favori divini.
Con l’avvento del Medioevo, la Chiesa cristiana decise di far coincidere il Carnevale proprio con il periodo che precedeva la Quaresima, i quaranta giorni di penitenza e riflessione che precedono la Pasqua. Pur opponendosi inizialmente agli eccessi della festa, la Chiesa ne adottò gradualmente alcuni elementi, trasformando una celebrazione pagana in un periodo di preparazione spirituale.
Cosa si mangia di Martedì Grasso
Il nome “Martedì Grasso” deriva dalla tradizione di consumare abbondanti pasti a base di carne proprio nell’ultimo giorno del Carnevale, prima dell’inizio della Quaresima. Il termine “Carnevale” stesso ha origine dal latino “carnem levare”, che significa “eliminare la carne”.
Carnevale, il giro d’affari del turismo vale 450 milioni
Quest’anno vale oltre 450 milioni il giro di affari nel periodo che comprende il periodo di carnevale. A rilevarlo una indagine condotta dalla Cna.
L’indagine si focalizza in particolare su dieci località portabandiera del “turismo in maschera” italiano: Venezia, Viareggio, Fano, Ivrea, Putignano, Cento, Acireale, Sappada, Sciacca, Mamoiada. I dati non sono relativi solo ai comuni direttamente interessati da importanti manifestazioni carnascialesche ma riguardano l’intero distretto territoriale, evidenziando una ricaduta positiva a macchia d’olio. Emerge dall’indagine, inoltre, che a trainare il turismo di Carnevale, e quindi di un periodo tradizionalmente poco vivace come questo a cavallo tra febbraio e marzo, sono anche gli stranieri.
Venezia è nettamente in cima al podio. Il suo Carnevale, peraltro, è quello che attira maggiormente il turismo dall’estero, grazie al fascino senza tempo della città. Alle spalle del capoluogo lagunare per movimento economico si piazza Viareggio, la località dei carri addobbati, autentica fabbrica di emozioni e divertimento per i ‘bambini’ di ogni età. Al terzo posto a pari merito le due manifestazioni dalla lunga storia che si tengono a Ivrea, con la famosa ‘battaglia delle arance’, e a Fano.
Carnevale, medici ambientali ai sindaci: “Vietate coriandoli e stelle filanti di plastica”
Secondo una stima dell’ONU nei nostri mari e oceani si trovano 51.000 miliardi di particelle di microplastica, oltre 500 volte il numero delle stelle nella Via Lattea. Ogni anno se ne aggiungono almeno 1,5 milioni di tonnellate, mentre più di 14 milioni di tonnellate giacciono già sui fondali. Invisibili, ma ovunque: entrano negli organismi marini, risalgono la catena alimentare e finiscono nel cibo che mangiamo. Ma il mare non è l’unico serbatoio di plastica invisibile. Ecco perché, con l’arrivo del Carnevale, Società italiana di medicina ambientale lancia un appello ai sindaci italiani: “vietate i coriandoli e le stelle filanti di plastica”. Questi prodotti, spesso ricoperti di glitter contenenti micro e nanoplastiche, si disperdono nell’ambiente, contaminano la catena alimentare e impiegano fino a 600 anni per degradarsi.