Inizia a Hiroshima, città simbolo della devastazione del secondo conflitto mondiale, la terza tappa del viaggio istituzionale del presidente della repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato è giunto al parco del memoriale della Pace, un vasto complesso all’aperto che ospita diversi edifici commemorativi, costruito in corrispondenza dell’epicentro della bomba atomica del 6 agosto 1945. Il capo dello Stato ha deposto una corona di fiori prima della visita al museo del Memoriale. È stato un momento commemorativo e di riflessione sull’importanza della pace, soprattutto in questi periodi segnati da forti tensioni internazionali, come ha più volte sottolineato Mattarella nei suoi incontri in Giappone.
Nel parco del memoriale è visibile la “cupola della bomba atomica di Hiroshima”, edificio eretto nel 1915 e di cui si salvò, dopo la deflagrazione, solo lo scheletro, oggi monumento storico. Dopo la tappa di Kyoto, terminata con una visita al tempio buddhista To-ji, gli incontri per Mattarella continueranno nel pomeriggio e in serata a Hiroshima dove è anche prevista la visita alla sede della Nihon Hidankyō, l’associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari, insignita lo scorso anno del premio Nobel per la Pace.
“In un momento delicato per la vita della comunità internazionale, desidero rivolgere, in occasione dell’8 marzo, un saluto e un pensiero di gratitudine a tutte le italiane e a tutte le donne che lavorano in Italia e contribuiscono al benessere nazionale. Abbiamo acquisito negli ultimi decenni piena consapevolezza che la politiche per la parità di genere, un diritto sancito dalla nostra Costituzione, non si sono risolte solamente in un vantaggio per le donne, ma hanno apportato benefici, ricchezza, frutti positivi per l’intera collettività. La promozione dei diritti va infatti di pari passo con lo sviluppo civile ed economico delle società”. È il pensiero espresso da Mattarella. In merito alla violenza contro le donne, il Capo dello stato ha parlato di piaga – vergognosa e inaccettabile.
“Ogni femminicidio, ogni discriminazione, ogni maltrattamento, sono un’aggressione all’intera società. Occorre continuare con l’opera di repressione e di prevenzione. Ma, contemporaneamente, bisogna proseguire con un’azione educativa, a partire dalle generazioni più giovani, che promuova una cultura di effettiva parità sradicando stereotipi, pregiudizi e abitudini consolidate. C’è bisogno, in questa grande battaglia di civiltà, del contributo di tutti, donne e uomini, che devono trasmettere – in tutti i contesti – una cultura del rispetto e lo sdegno e la riprovazione per parole e azioni discriminatorie”.