“È una legge giusta, che ci fa piacere e di cui spero non ci sia bisogno. Ma dico anche che la soluzione è prevenire. Bisogna aiutare prima, culturalmente e strutturalmente. Ci vuole impegno, noi siamo presenti”. Lo dice in un’intervista a Repubblica Franco Tramontano, padre di Giulia Tramontano, la donna di 29 anni incinta al settimo mese uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello.
“Nel caso di Giulia le aggravanti da ergastolo c’erano già, e sono state riconosciute. Ma questa legge ci fa sinceramente piacere. Era anche ora che si arrivasse a questo”, commenta Tramontano. Tuttavia “la soluzione sarebbe prevenire e non solo condannare. Il rispetto, la tolleranza, il reciproco confronto devono essere la base della nostra società e dovremmo insegnarlo alle future generazioni. Da loro bisogna partire”. E poi c’è un tema di indipendenza economica: “Se una vittima di violenza è assoggettata economicamente, è ancora più vittima.
Negli ultimi tempi sono stato contattato da tre donne che hanno avuto questo tipo di problemi. Esistono fasi in cui una vittima ha bisogno di allontanarsi dal posto dove vive e viene minacciata. Ci dovrebbe essere un intervento per accompagnarla, portarla via, darle un’altra possibilità, anche dal punto di vista economico”.