La vita di Chiara Poggi, allora 26enne, era stata scandagliata in ogni possibile direzione: pochi amici, meno che mai in quei giorni in cui parenti e conoscenti erano in vacanza. L’impegno nello studio. E sulla “doppia vita” che fu adombrata dalla difesa – secondo un copione purtroppo frequente in questi casi – “nulla è emerso” scrivevano i giudici nella sentenza di condanna a 16 anni di carcere per l’imputato, Alberto Stasi. Il profilo della ragazza uccisa a Garlasco nel 2007, studiato dai legali dell’imputato, si incrociano con le numerose teorie “alternative” su chi potesse essere il killer. La nuova indagine della Procura sta analizzando i reperti ancora integri, ripescando nei cassetti della memoria dell’organizzazione giudiziaria con fatica, ma tenacemente, con la forza dei progressi della tecnologia forense che aprono forse nuove prospettive (o forse no: si vedrà).
Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Rai2)
19/03/2025

Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Rai2)
19/03/2025
La vita spezzata della “ragazza seria e timida” che stava bene in famiglia.

Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Tg1)
19/03/2025

Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Tgr)
19/03/2025

Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Rai1)
19/03/2025
La “ragazza seria e timida” che stava bene in famiglia
Chiara comunicava con le poche amiche attraverso il telefono di casa, il cellulare e le mail e tali modalità di contatto, poco frequenti, “sono state confermate dalle amiche, interrogate anche sulle confidenze ricevute”. Tutti descrivono la vittima come “una ragazza seria e timida, che stava bene in famiglia, che lavorava, innamorata del fidanzato”, tanto da rinunciare alle ferie mentre lui scrive la tesi.

Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Rai)
19/03/2025

Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Tgr Lombardia)
19/03/2025
I tabulati: nessuna frequentazione
Gli accertamenti svolti tra parenti, conoscenti, amici, colleghi di lavoro di Chiara “non hanno evidenziato nessuna anomala frequentazione della giovane né in quel periodo, né prima“, cosi certificano i tabulati telefonici. “Tutti coloro che a diverso titolo avevano, o avevano avuto nel tempo, legami con la giovane sono infatti stati sentiti nelle indagini, e di tutti costoro sono stati verificati gli alibi”.

Un’immagine di Chiara Poggi, la studentessa uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco (Pavia) (Ansa/archivio)
14/03/2025

Delitto di Garlasco (Rai)
19/03/2025
La forte presenza di nicotina nei capelli
Smentita anche l’ipotesi di un secondo cellulare: Chiara aveva da poco sostituito il vecchio cellulare con un Nokia, ma la sim attiva è sempre stata solo una, attestano le indagini. E se l’autopsia riscontra una forte presenza di nicotina nei capelli di Chiara, il dato – nonostante Stasi non fumi – si spiega facilmente tenuto conto della presenza di un posacenere sporco nella cucina della villetta di via Pascoli.
“Il padre di Chiara Poggi era un forte fumatore, lo stesso era solito fumare proprio in cucina” e la nicotina “notoriamente rimane a lungo nei capelli e sugli indumenti delle persone che abbiano a che fare con i fumatori” si legge nelle motivazioni della sentenza d’appello bis che condannava Stasi.
Quel quarto cassetto chiuso in casa
E ancora. Altro argomento a supporto dell’ingresso in casa da parte di uno sconosciuto è sostenuto dalle condizioni di tre dei quattro cassetti del mobile presente nella saletta della televisione, che la difesa sostiene essere semiaperti. Dalle fotografie in atti, scattate dai carabinieri di Pavia, “si vede chiaramente che i cassetti sono chiusi, ma non perfettamente allineati alla cornice della cassettiera, come sovente accade nei mobili vecchi, la cui chiusura non è mai per questo perfetta; il quarto cassetto risulta invece bene allineato e chiuso a chiave. L’ipotesi dello sconosciuto-ladro che, di fretta e dopo avere ucciso la persona che ha sorpreso in casa, abbia avuto tuttavia cura di richiudere i cassetti dopo averli frugati appare quindi del tutto inverosimile” scrivono i giudici che motivano la condanna di Alberto Stasi.
La Corte non ha dubbi: la difesa nel tacciare di incompletezza e di “unidirezionalità” le indagini, ha minimizzato o trascurato gli elementi concreti che puntano il dito contro l’imputato “per ventilare ipotesi assolutamente fantasiose e del tutto prive di riscontri, se non smentite dalle risultanze acquisite”.
La vittima aprì la porta in pigiama
Uno sconosciuto aggressore, come un ladro sorpreso da una presenza inattesa, “avrebbe inoltre presumibilmente esaurito la sua reazione violenta nell’ingresso, cosi da poter subito scappare senza attardarsi ulteriormente per nascondere il corpo” scrivono i giudici che ricordano che la vittima, che apre la porta in pigiama, non si è difesa e questo dimostra come “si fidasse” della persona a cui apre la porta “e non si aspettasse in nessun modo di venire da lui così brutalmente colpita”.
Nessun ladro-aggressore
L’ipotesi dello sconosciuto-aggressore-ladro deve quindi essere considerata “fantasiosa e astrusa, distante dal senso comune delle cose”. I giudici mettono in fila i diversi elementi contro Stasi ed è ancora una volta la scena del crimine – la vittima colpita alla testa con un’arma mai trovata – a restituire un movente (“intimità scatenante una emotività”) che “non può che appartenere ad un soggetto particolarmente legato alla vittima Chiara Poggi”.
Insomma, prove vecchie o comunque scartate dagli approfondimenti investigativi. Anche se, così nelle carte, l’individuazione del killer ricade sempre in qualche modo, in una ristretta cerchia.

Un’immagine di Chiara Poggi, la studentessa uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco (Pavia) (Ansa/archivio)
14/03/2025