“Penso che la tragedia del crollo del ponte abbia afflitto non solo Genova, ma tutta l’Italia e tutti coloro che hanno un senso di comunità. Io ero Ad di una società che ha gestito il ponte per 50 anni, il peso lo sentivo allora e lo sento adesso. Sono arrivato per primo a Genova, ho cercato di aiutare nei comitati di crisi, di mettermi a disposizione del commissario Giovanni Toti, allora presidente della Regione, con l’ammirazione per chi salvava vite umane scavando. Sentivo la grande frustrazione di non potere aiutare se non accelerando i lavori. Ho cercato di fare quello che potevo per alleviare le pene di coloro che avevano sofferto, ma questo non cancella quello che è successo”. Lo ha detto l’ex Ad di Autostrade Giovanni Castellucci durante il processo per il crollo del ponte Morandi.
“I costi delle manutenzioni non sono mai calati tranne nel 2018, ma era un anno particolare, i costi erano calati e poi aumentati. Essere accusato di avere tagliato le manutenzioni per i dividendi non potevo accettarlo. Sui dividendi, è stato spiegato, che quello del 2017 era dovuto a un fatto straordinario. Quell’anno si decise che Aspi non dovesse fare cose non autostradali e cose autostradali fuori dall’Italia. Questo assetto avvenne con un dividendo in natura, ovvero delle azioni e un dividendo liquido per la vendita della partecipazione ad Atlantia. Gli asset nel 2016 avevano generato 230 milioni di utili”. Ha aggiunto Giovanni Castellucci al processo per il crollo del ponte Morandi.