Non fu un missile e neppure un’esplosione interna all’aereo, ma un impatto con un caccia americano in volo. La nuova e alternativa ipotesi sulle cause della strage di Ustica arriva da un’inchiesta giornalistica, oggi in edicola sull’Espresso.
“I resti dell’aereo, la perizia tecnica e le testimonianze tutte ci portano verso un’unica, ineluttabile conclusione: il DC-9, subito prima della sua tragica caduta, fu centrato da un caccia americano, impegnato nell’inseguimento di un Mig libico”, scrive il direttore del settimanale Emilio Carelli nell’editoriale del numero che ha come storia di copertina ”Ustica – La verità”.
L’associazione dei familiari delle vittime del volo Bologna-Palermo precipitato nel Tirreno il 27 giugno 1980, con la presidente Daria Bonfietti, esprime “un sentito apprezzamento per i giornalisti che continuano ad interessarsi della vicenda, anche quando, con la richiesta di archiviazione, la Procura della Repubblica di Roma mostra un atteggiamento di rinuncia”.
Quanto ai contenuti del lavoro del giornalista Paolo Biondani, “voglio precisare – prosegue – che in questi anni l’Associazione ha sempre ritenuto come verità sulla tragedia le conclusioni della sentenza ordinanza del giudice Priore che ha affermato che il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea. Noto quindi, a una prima lettura, che anche le conclusioni dell’articolo citato sono pienamente compatibili che questa nostra convinzione”.
il giornalista de L’Espresso Paolo Biondani (@web)
11/04/2025
“La verità, purtroppo è che molte delle prove che avrebbero potuto chiarire definitivamente i contorni di quella notte sono semplicemente scomparse”, scrive ancora il direttore dell’Espresso. “Documenti vitali, registrazioni e rapporti sono stati occultati nel silenzio assordante di una verità che qualcuno, evidentemente, ha tentato di nascondere. La nostra inchiesta punta il dito sull’insabbiamento sistematico di informazioni, la cancellazione di dati che avrebbero potuto gettare luce su un episodio di portata internazionale in cui l’Italia è stata, suo malgrado, coinvolta. In modo particolare – anticipa Carelli – uno degli elementi più significativi emersi è la punta deformata dell’ala destra del DC-9.
La deformazione è un chiaro segnale dell’urto con un oggetto solido. Questi particolari, uniti a molti altri dati, come il contenitore del carburante in dotazione ai velivoli americani, trovato accanto al relitto del DC-9 che ha la punta azzurra, come quelli usati dai caccia della portaerei Saratoga della US Navy nel Tirreno quella notte, ci portano a ripensare e a riscrivere la narrazione che ha circondato la strage di Ustica per oltre quarant’anni”.
Non molto tempo fa l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato si disse convinto che il Dc9 Itavia fu abbattuto da un missile proveniente da un aereo militare. A suo avviso, però, l’aereo era francese e lanciò un missile contro un Mig libico.
A differenza di quanto sostenuto da L’Espresso e al giudizio espresso da Daria Bonfietti, l’Associazione per la Verità sul Disastro Aereo di Ustica presieduta da Giuliana Cavazza. “Mi ferisce che L’Espresso dia tanto spazio a teorie smentite da vent’anni in ogni grado del giudizio penale, ritardando la ricerca della verità su chi ha causato la morte di mia madre e delle altre 80 persone sul DC-9 Itavia’. – afferma.
”L’inchiesta de L’Espresso parla di ‘voci mediatiche ampiamente smentite nei quattro anni di dibattimento’. ‘La portaerei Saratoga quella notte era in porto, come dimostrarono le foto degli sposi – aggiunge – Il Mig cadde il 18 luglio, come concluse la procura di Crotone già nel 1989. I nastri radar sono intatti e spesso disponibili in più copie, come emerso dal processo, e non mostrano alcun caccia’. ‘Fare rumore riciclando il fragore mediatico degli anni Novanta delegittima la magistratura giudicante, unanime nel respingere la battaglia aerea – concludono Cavazza insieme al vice presidente dell’associazione Gregory Alegi – Ma ciò che rende ancor più grave questo tentativo di tenere in vita un’inchiesta ormai ferma da anni su un binario morto è rappresentato dal fatto che ostacola un’indagine seria nell’unica direzione tecnicamente sostenibile indicata dal collegio peritale d’ufficio: l’esplosione di una bomba nella toilette’.

Giuliana Cavazza, Presidente Associazione per la Verità sul Disastro Aereo di Ustica (@web)
11/04/2025