La commemorazione dell’aggressione e dell’omicidio di Sergio Ramelli, il giovane del Fronte della Gioventù pestato a morte da un gruppo di Avanguardia Operaia 50 anni fa, si è chiusa come ogni anno in via Paladini, a Milano.
Come ogni anno i militanti di estrema destra, dopo aver deposto fiori, hanno dato vita al rito fascista del “Presente”: il nome del “camerata Ramelli” gridato per tre volte e per tre volte i partecipanti hanno risposto “Presente” alzando il braccio destro teso con la mano aperta, il saluto fascista.
Però quest’anno una novità ha turbato il rito: da una finestra delle palazzine adiacenti è uscita la musica di “Bella Ciao”, la canzone antifascista simbolo della Resistenza.
Immediata la reazione dei neofascisti che hanno urlato contro la finestra: “Vigliacco, scendi giù, sei un merda”. Lanciato anche un petardo nei giardini del condominio da cui proveniva la musica. Poi gli organizzatori hanno fermato le proteste e i duemila hanno lasciato la zona.
Il corteo
Il canto di Bella Ciao era risuonato anche in precedenza. I neofascisti giunti da tutta Italia erano partiti in corteo da piazzale Gorini a Milano. Tra loro i militanti dell’estrema destra appartenenti a diversi movimenti politici come Casa Pound, Lealtà-Azione, Do.ra, il Movimento nazionale-La rete dei patrioti. Tutti inquadrati in file ordinate e distanziati, hanno acceso fiaccole e hanno iniziato a marciare lentamente dietro uno striscione nero con scritto “Onore ai camerati caduti”.
Dalle finestre di via Giovanni Antonio Amedeo ecco la musica di Bella Ciao, poi una donna ha gridato al passaggio del corteo: “Non sporcate quella bandiera”, riferendosi ai tricolori dei manifestanti.
La runa, simbolo della gioventu Hitleriana (@web)
30/04/2025
La denuncia per i manifesti
Per le strade del quartiere Città Studi che il serpentone nero ha percorso, da giorni sono comparsi manifesti per la chiamata alla commemorazione a Sergio Ramelli, Carlo Borsani, Enrico Pedenovi con disegnata la runa Tyr, una freccia utilizzata nella simbologia nazista, che si scaglia tra un cielo di fiamme.
Per quei manifesti, attaccati in diversi comuni della Lombardia, è stata inoltrata una denuncia contro ignoti dal Comune di Lodi: “Abbiamo chiesto all’autorità giudiziaria di verificare se si tratti di apologia del nazifascismo – spiega l’assessore comunale agli Affari legali, Manuela Minojetti: ”Abbiamo cercato di toglierli tutti, ma per quelli sul cavalcavia di via San Colombano non abbiamo potuto fare nulla perché avremmo dovuto fermare i treni”.

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il sindaco di Milano Giuseppe Sala alla commemorazione di Sergio Ramelli (@ansa)
30/04/2025
La presenza delle istituzioni
Nel pomeriggio c’era stata la commemorazione pubblica di Sergio Ramelli con la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa che, nel 1975, fu l’avvocato difensore della famiglia del militante di destra assassinato. A lui alcuni giornalisti avevano chiesto del suo parere rispetto agli eventuali saluti romani che ci fossero stati, come del resto accade ogni anno.
“La cosa più importante è che non ci sia più violenza. Non voglio parlare dei saluti romani, perché voglio parlare di Sergio Ramelli”. La Russa ha avuto un battibecco con i giornalisti che lo hanno incalzato perché prendesse posizione sui saluti romani: “A te interessa parlare dei saluti romani e non del fatto che oggi diciamo no a qualsiasi tipo di violenza” – ha replicato lui: “Possibile che non si capisce la differenza? Possibile che vi fermiate sempre alla strumentalizzazione, su una cosa su cui io non posso influire, se fanno o no i saluti romani”.
Alla commemorazione come ogni anno anche il sindaco Giuseppe Sala senza la fascia tricolore: “Io tutti gli anni sono venuto, a volte ci sono polemiche perché non ho la fascia ma non la metto anche per altre commemorazioni, ad esempio quella di Fausto e Iaio. Tutti gli anni sono però venuto e sono venuto con il cuore”.
Il sindaco di Milano, in risposta alla richiesta del gruppo di Fratelli d’Italia che chiedeva una via dedicata a Sergio Ramelli, ha risposto con l’idea di dedicare una strada a tutte le giovani vittime della violenza politica di destra e di sinistra. Malumori di FdI, ma la proposta è stata accolta favorevolmente dal presidente del Senato.