Non era iscritto all’albo ma si presentava come il medico di papa Wojtyla e di altri 54 cardinali e diceva di avere una cura innovativa per l’autismo. Vittima un ragazzino di 15 anni affetto da una forma grave. L’uomo, un argentino di 63 anni, è ai domiciliari con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica e truffa aggravata.
Il finto curriculum, i farmaci scaduti e le terapie innovative
L’uomo, senza iscrizione nell’apposito albo nazionale e in assenza del provvedimento della Regione Lazio per l’esercizio dell’attività di medico straniero in Italia, ha approfittato della vulnerabilità psicologica dei genitori di un ragazzo di 15 anni affetto da grave forma di autismo, che si erano rivolti a lui come professionista, ritenendolo un ‘luminare‘ per quel tipo di patologia sulla base di informazioni acquisite online, da cui risultava un curriculum ben strutturato sulla pratica di terapie altamente innovative.
L’arrestato ha prescritto al minorenne un percorso di terapia che spacciava come innovativo e sperimentale, attraverso l’utilizzo del trapianto di cellule staminali che, nel tempo, unitamente a una riduzione dei costi delle cure, avrebbe generato un notevole miglioramento sotto diversi aspetti: da quello comportamentale a quello del linguaggio. Il percorso terapeutico, durato 2 anni, per il quale sono stati versati dalla famiglia circa 30 mila euro in contanti, ha comportato continue somministrazioni di sostanze vietate (prodotti olezzanti, con data di scadenza superata e certamente guasti).
L’indagine della polizia di Roma
Durante le indagini, la Polizia Postale ha eseguito un’accurata perquisizione presso l’abitazione dell’uomo, trovando circa 400 schede personali di pazienti, ancora da identificare compiutamente, di cui alcuni affetti da gravi forme di autismo, nonché numerose provette di laboratorio contenenti esami di urina, sangue e numerose confezioni sigillate di medicinali scaduti da anni. Il materiale oggetto di campionatura e di repertazione con l’ausilio del personale tecnico della Polizia Scientifica di Roma, successivamente analizzato, dall’Istituto Superiore della Sanità, confermavano l‘assoluto divieto di somministrazione delle sostanze, non essendo classificabili come farmaci autorizzati né come integratori alimentari, peraltro essendo soggette a specifiche procedure di smaltimento.
Oltre alla applicazione della misura personale, il gip di Roma, su richiesta degli inquirenti, ha disposto il sequestro preventivo dei siti internet utilizzati dall’indagato per vendere integratori e pubblicizzare la propria attività, mediante oscuramento delle pagine web e la conseguente disabilitazione dei relativi domini da notificare a tutti gli Isp presenti sul territorio.