Riprenderà domani mattina in Questura a Milano il confronto serrato, con un secondo round, tra genetisti ed esperti dattiloscopici chiamati a rileggere una serie di reperti raccolti 18 anni fa, quando fu uccisa Chiara Poggi, e ora finiti al centro della nuova indagine con cui la Procura di Pavia ha acceso, per la terza volta, i riflettori su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
L’appuntamento è sempre alle 10.30 negli uffici della Polizia scientifica, sede scelta da Denise Albani e Domenico Marchigiani, i periti nominati dalla gip Daniela Garlaschelli per gli accertamenti irripetibili dell’incidente probatorio. Con loro si ritroveranno, oltre ai legali, i consulenti dei pm, Carlo Previderè e Pierangela Grignani, e della difesa, Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, e Luigi Bisogno, ex ispettore superiore della Polizia. Per i genitori e il fratello di Chiara ci saranno Marzio Capra, Dario Redaelli e Calogero Biondi e per Alberto Stasi, condannato per l’omicidio a 16 anni di carcere, Ugo Ricci e Oscar Ghizzoni.
I tecnici, questo è il programma, dovranno completare domani l’esame delle impronte digitali. Da quelle analizzate ieri, poco più della metà, e dai 24 campionamenti effettuati con il test Obti non è stato individuato sangue. Niente tracce ematiche nemmeno sulla impronta 10, ritenuta molto importante dai carabinieri e dai pm pavesi, in quanto sarebbe una manata “sporca” che l’assassino, o uno dei killer (sono stati esclusi dalla recente consulenza dattiloscopica Stasi e Sempio), ha lasciato sulla parte interna della porta di casa Poggi, quando è fuggito. E verrà, dunque, testata di nuovo più avanti, non già domani, con un kit di estrazione, pare, più sofisticato.
Oltre a completare il lavoro, non sui “para-adesivi” come si credeva, bensì sui fogli di acetato per accertare l’eventuale presenza di sangue nelle impronte, verrà esaminato il materiale sequestrato nella villetta di Garlasco: in particolare, i rifiuti mai analizzati, resti della colazione di quella mattina, che erano stati sequestrati all’indomani del delitto, confezioni di yoghurt alla frutta ma anche di cereali, biscotti e tè e pure un cucchiaino usato quel mattino. Sulla spazzatura verrà estrapolato con campionature, se sarà possibile, il Dna, che, in un secondo momento e in un laboratorio specifico, verrà trattato assieme ai tamponi della ragazza, nel tentativo di avere, a distanza di 18 anni, nomi e cognomi di quelle eventuali nuove tracce.
A chiusura dell’incidente probatorio ci sarà, ma non si sa ancora quando, l’accertamento più delicato: l’analisi sui due profili di Dna trovati sui margini delle unghie di Chiara, un tempo ritenuti inutilizzabili.