L’interrogatorio dura pochissimo: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Sono innocente. Voglio parlare con il mio avvocato e con il consolato americano” dice Francis Kaufmann ai magistrati collegati in videoconferenza da Roma. Nemmeno una parola per la compagna e la bimba, nessun chiarimento su ciò che è accaduto. Colloquio formalmente concluso, ma prima di lasciare la sala del carcere greco dove si trova detenuto va in escandescenze contro chi ha davanti. Arriva perfino ad accusare gli italiani di essere tutti mafiosi. Come tasselli di un mosaico gli investigatori ricostruiscono ogni capitolo della tragedia, sempre più convinti che il 46enne americano abbia ucciso sia la bambina che la donna a Villa Pamphilj. L’ulteriore conferma potrebbe arrivare dagli esami istologici su Anastasia Trofimova. Il sospetto è che sia stata soffocata, proprio come la piccola che il 5 giugno era ancora viva: un passante la fotografa in braccio all’uomo. Kaufmann trascina un trolley, dentro ci sarebbero gli effetti personali della compagna, domani i giudici greci decideranno se estrarlo in Italia.
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