Scopre che il figlio è morto e poche ore dopo si toglie la vita. Un dramma familiare che si è consumato nel tardo pomeriggio di martedì 8 luglio sull’Appennino fra Modena e Bologna. Il 36enne Fabio Marchioni, noto albergatore di Sestola (Modena), a due passi dal Monte Cimone, è deceduto dopo essere precipitato sulle cascate del torrente Dardagna. Un episodio di cui non è chiara la dinamica, non è stata infatti esclusa l’ipotesi di un gesto estremo, ma per il quale prevale l’ipotesi di un tragico incidente.
Il padre Aurelio, 68enne, anche lui gestore dell’albergo di famiglia da generazioni, l’Hotel del Corso in centro a Sestola, si sarebbe ucciso, poco dopo, per il dolore. Non ha fatto ritorno a casa e il suo corpo l’hanno recuperato i Vigili del Fuoco ieri mattina all’alba, poco dopo le 5.30. Si sarebbe buttato da un ponte a poca distanza dal luogo dove è stato trovato morto il figlio.
A scoprire il corpo senza vita del giovane, alcuni turisti che hanno avvisato i soccorritori; alcuni di loro avrebbero riferito di averlo visto cadere. Il 36enne è morto sul colpo e inutili sono stati i tentativi di rianimarlo da parte del 118.
I carabinieri stanno cercando di ricostruire, attraverso rilievi e testimonianze, il contesto di quello che ha avvenuto. La tragedia ha profondamente scosso la comunità sull’Appennino dove la famiglia era molto conosciuta. Stretta nel dolore la madre di Fabio, e moglie di Aurelio, insieme a un altro figlio, residente in un’altra città.
Dalle prime informazioni il 36enne era solito andare a camminare in quel luogo, dove c’è uno specchio d’acqua e dove, anche con gli amici, andava a rinfrescarsi. Il genitore aveva vissuto altri drammi in famiglia, diversi anni fa, quando morì un’altra figlia, piccola. Il Comune di Sestola, in segno di lutto, ha rinviato alcuni eventi programmati per venerdì 11 e sabato 12 luglio. “Ci stringiamo al dolore della famiglia e dei cari, certi della comprensione di tutti”, ha scritto il sindaco Fabio Magnani.