Non si ferma la conta del dramma dei detenuti che si tolgono la vita tra le mura del carcere.
L’ultimo a morire, in ordine di tempo, è un giovane di trenta anni detenuto a Frosinone e che venerdì scorso aveva tentato il suicidio: dopo tre giorni di agonia, il suo corpo si è spento nell’ospedale dove era stato trasportato con urgenza.
A darne la notizia, il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, che ha ricordato come la tragedia di oggi sia la seconda del 2025 nella casa circondariale di Frosinone: lo scorso 19 febbraio a togliersi la vita era stato un uomo di 52 anni proprio mentre Anastasia si trovava nella stessa struttura, in riunione con la dirigenza Asl e la direzione dell’istituto. “Siamo andati in sezione – ricorda il Garante – abbiamo incontrato i compagni di stanza, attoniti e sconvolti: uno era a scuola, l’altro a colloquio, mentre Andrea si toglieva la vita”.
Il suicida di oggi era stato condannato in via definitiva per un cumulo di reati minori: “Arrivato da Rebibbia a dicembre – spiega Anastasia – non aveva alcun rapporto con l’esterno. La solitudine uccide, in carcere più che fuori, e il carcere non ce la fa a mettere le pezze a un mondo a rovescio, in cui la giustizia penale è soffocata dalla marginalità che merita altre risposte e altre politiche pubbliche”.
Secondo il dossier di Ristretti Orizzonti, quest’anno i suicidi nelle carceri italiane sono stati 41, ai quali si devono aggiungere altri 33 decessi da accertare.
Quattro i suicidi nel Lazio: a Regina Coeli il 9 gennaio; il 19 aprile un cittadino rumeno a Rebibbia; due nel carcere di Frosinone.
Nello specifico di quest’ultima struttura, la capienza regolamentare è di 517 posti; non disponibili 63 ; posti effettivi 454 e i detenuti presenti 578. Riassumendo, presenta un tasso affollamento effettivo del 127%.
A fine giugno nel Lazio il tasso di affollamento era del 148% e in tutta Italia del 134%.
Secondo l’analisi dei dati del Ministero della Giustizia, in 59 istituti penitenziari il tasso di affollamento è pari o superiore al 150% (tre persone ogni due posti disponibili). La situazione più grave si registra a Lucca, dove il sovraffollamento è del 224%.