Il ritrovamento del corpo senza vita di Erika Ferini Strambi, 53 anni, in un campo isolato tra Pantigliate e Peschiera Borromeo, alle porte di Milano, ha aperto un caso pieno di enigmi. La donna, impiegata nel settore risorse umane di Luxottica e residente in zona piazzale Cuoco a Milano, era scomparsa la notte del 5 luglio 2025. Il suo corpo è stato rinvenuto mercoledì 16 luglio, a circa 200 metri dalla sua Mini Cooper nera, trovata parzialmente infilata in un fosso. Gli inquirenti stanno indagando su una vicenda che presenta diversi punti oscuri, senza escludere l’ipotesi di un omicidio.
L’ultima serata: il karaoke e la partenza da sola
La sera del 5 luglio, Erika aveva trascorso alcune ore in un locale di Segrate, dove si teneva una serata di karaoke, una delle sue grandi passioni. Secondo quanto riferito da amici e conoscenti, la donna, che si muoveva con l’ausilio di stampelle a causa di una disabilità congenita, era di buon umore. Intorno all’una di notte, ha lasciato il locale da sola, rifiutando un passaggio offerto da un conoscente. Da quel momento, le sue tracce si sono perse. Le telecamere di sorveglianza e i sistemi di rilevamento delle targhe hanno registrato la sua auto vagare senza una meta apparente lungo le strade provinciali tra l’aeroporto di Linate e il Parco della Muzza, fino a quando il suo smartphone si è spento alle 7 del mattino, forse per la batteria scarica.
Il ritrovamento e i dettagli sospetti
Il caso ha preso una svolta drammatica quando un agricoltore, lavorando nei campi di Pantigliate, ha notato la Mini Cooper di Erika in un fosso. L’auto era chiusa, ma non bloccata, con le chiavi ancora nel quadro, senza segni evidenti di un incidente, come airbag attivati o danni significativi. A circa 200 metri di distanza, il corpo di Erika giaceva supino, nascosto tra la vegetazione, accanto alle sue stampelle. La posizione del corpo, in un’area isolata descritta dagli inquirenti come una sorta di “alcova” naturale, ha sollevato l’ipotesi di un incontro con una persona non ancora identificata. La borsa di Erika, il cellulare e i documenti personali risultano scomparsi, un dettaglio che alimenta i sospetti su un possibile coinvolgimento di terzi.
Le indagini: un puzzle da ricostruire
Nonostante l’assenza di segni evidenti di violenza sul corpo, lo stato avanzato di decomposizione rende necessario attendere i risultati dell’autopsia per chiarire le cause della morte. Gli investigatori stanno analizzando impronte e tracce biologiche trovate nell’auto, oltre ai tabulati telefonici e ai dati di geolocalizzazione del cellulare, che mostrano solo attività di navigazione web o utilizzo di app, senza chiamate tradizionali. La zona dove è stato ritrovato il corpo, tra Pantigliate e il Parco della Muzza, è nota per essere un luogo isolato, talvolta associato ad attività illecite come lo spaccio, anche se non ci sono elementi che colleghino Erika a questi ambienti.
Le ipotesi: incidente, malore o qualcosa di più oscuro?
Tra le piste al vaglio, gli inquirenti non escludono che l’auto possa essere stata posizionata nel fosso per simulare un incidente. La distanza tra il veicolo e il corpo, insieme alla mancanza della borsa e del cellulare, rende improbabile l’ipotesi di un semplice malore o di un incidente casuale. Si sta esplorando la possibilità che Erika abbia incontrato qualcuno dopo aver lasciato il locale, forse una persona conosciuta tramite app o social media, data l’attività registrata sul suo smartphone. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti, e le prossime analisi autoptiche e tossicologiche saranno cruciali per fare luce su questo giallo.
Chi era Erika Ferini Strambi
Erika, 53 anni, era una donna conosciuta per il suo carattere forte e la sua passione per la musica. Amava cantare al karaoke, un’attività che le permetteva di esprimere la sua personalità vivace nonostante le difficoltà motorie. Lavorava da anni in Luxottica, dove era apprezzata per la sua professionalità. La sua scomparsa, denunciata dal padre il 7 luglio, aveva mobilitato amici e colleghi, che avevano anche contattato trasmissioni come ‘Chi l’ha visto?’ nella speranza di ritrovarla.
Gli inquirenti stanno interrogando conoscenti e analizzando ogni dettaglio per ricostruire le ultime ore di Erika, nella speranza di chiarire cosa sia accaduto in quella notte di inizio luglio.