È stato convalidato l’arresto di Umberto Efeso, l’autotrasportatore di 57 anni che quattro giorni fa ha ucciso la moglie Tiziana Vinci a coltellate nella villa dell’imprenditore della Spezia presso cui la donna lavorava.
Confermata l’ipotesi di reato, ovvero omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione e dal vincolo coniugale. Nell’ordinanza di convalida firmata dal gip Lottini, la ricostruzione dell’ uccisione in base alle parole della testimone, la collega di Tiziana Vinci, che ha assistito all’omicidio e che ha riferito le parole di Efeso alla moglie dopo la prima coltellata al fianco: “Non dovevi mettermi contro i figli”.
Carabinieri sul luogo dove Umberto Efeso ha ucciso l’ex moglie Tiziana Vinci in una villa sulla collina di Spezia – 13 agosto 2025. (Ansa)
Il messaggio vocale al datore di lavoro: “Ho ammazzato mia moglie”
Efeso ha “confessato” di aver ucciso la donna al suo datore di lavoro, l’imprenditore della Logistica Alessandro Laghezza, che era anche il datore di lavoro di Tiziana, con un messaggio vocale.
Alle 11:48 ha infatti inviato al cellulare di Laghezza il messaggio nel quale si scusava e chiedeva perdono, incolpando però i figli di aver “condizionato la madre”. “E ora devono piangere amaro – ha detto Efeso nel messaggio -, la devono tenere sulla coscienza. Loro l’hanno ammazzata, io l’amavo mia moglie. Era la vita mia mia moglie”.
Poco prima, alle 11:30 circa, Efeso ha mandato anche un messaggio vocale a un amico: “”Ho ammazzato mia moglie” ha detto, anche in questo caso incolpando i figli.