La memoria difensiva sul caso di Osama Njeem Almasri, il comandante libico arrestato e poi rimpatriato dall’Italia nel gennaio scorso, relativa al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e ai ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, è stata depositata presso la giunta delle Autorizzazioni di Montecitorio.
Si tratterebbe di un unico documento per i tre rappresentanti del governo indagati a vario titolo dei reati di omissione di atti d’ufficio, concorso in favoreggiamento e peculato. Mercoledì alle 8.15 è fissata la prossima seduta della Giunta.
Intanto la scorsa settimana la capa di Gabinetto del Ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Roma, nell’ambito del procedimento sul rimpatrio di Almasri.
Il ministero di Giustizia, il Consiglio Superiore della Magistratura e la Procura Generale presso la Corte di Cassazione sono stati informati dalla Procura di Roma dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’alta dirigente di via Arenula. I pm contestano a Bartolozzi false informazioni al pm, per le dichiarazioni rese davanti ai giudici.
Il Tribunale dei ministri, lo scorso mese, aveva inviato per la stessa vicenda alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere per il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro Matteo Piantedosi e il Guardasigilli Carlo Nordio.
Il reato che riguarderebbe il coinvolgimento di Bartolozzi
Il reato ipotizzato dalla Procura è il 371 bis del Codice penale, che punisce “chiunque, nel corso di un procedimento penale, richiesto dal pubblico ministero o dal procuratore della Corte penale internazionale di fornire informazioni ai fini delle indagini, rende dichiarazioni false ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito”.
Prevista una pena fino a quattro anni di reclusione. Secondo testimonianze ed atti del procedimento, Bartolozzi avrebbe svolto un ruolo importante nella gestione del dossier aperto, con l’invio da parte dell’Aja del mandato d’arresto per Almasri e del successivo scambio di comunicazioni all’interno del Ministero tra il 19 gennaio, giorno dell’arresto del generale libico, e il 21, data del suo rimpatrio.
Le dichiarazioni rese da Bartolozzi davanti al Tribunale dei ministri nell’ambito dell’inchiesta sul caso Almasri, sono state giudicate mendaci e inattendibili. Diversamente dai ministri coinvolti (Nordio, Piantedosi e Mantovano), Bartolozzi non gode di immunità e può essere perseguita direttamente dalla procura senza necessità di autorizzazione parlamentare. Si potrebbe dunque aprire un processo ordinario per Bartolozzi, con impatti sia personali che professionali. La vicenda potrebbe inoltre portare a eventuali procedimenti disciplinari interni.
Il ministro sostiene che Bartolozzi ha agito dietro sue indicazioni
Due importanti riunioni si sono tenute a via Arenula in concomitanza con la diffusione della notizia. Bartolozzi ha prima visto il Guardasigilli, poi ha incontrato – per una riunione già prevista e riguardante altri temi – i due sottosegretari. A quanto trapela da ambienti di Via Arenula, la linea di Nordio in merito all’indagine su Bartolozzi resta quella di fare quadrato attorno alla sua capo di Gabinetto, così come il ministro aveva già fatto intendere nelle scorse settimane.