La comunità del comune di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, è sotto shock per la morte di Paolo Mendico, un ragazzo di 14 anni – che stava per compiere 15 – che si è tolto la vita l’11 settembre 2025, impiccandosi nella sua cameretta con la cordicella di una trottola, poche ore prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. La Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, disponendo l’autopsia e il sequestro dei telefoni cellulari del giovane, dei suoi computer e di quelli di alcuni coetanei, mentre i carabinieri indagano su possibili episodi di cyberbullismo emersi dalle chat e dai social.
Il fratello maggiore, Ivan Roberto Mendico, ha scritto una lettera accorata indirizzata al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, alla premier Giorgia Meloni e persino a Papa Leone XIV, denunciando le persecuzioni subite da Paolo fin dalle elementari: appellativi come “Paoletta”, “femminuccia” o “Nino D’Angelo” per i suoi capelli biondi lunghi, aggressioni in bagno, scherni da parte di maestre che arrivarono a incitare “rissa, rissa”, e vessazioni online che lo isolavano completamente.
Paolo, studente dell’Istituto Tecnico Informatico Pacinotti di Fondi, era un ragazzo sensibile e appassionato: suonava il basso e la batteria, amava pescare col padre, andava bene a scuola e si faceva amare da chi lo conosceva davvero. Eppure, il bullismo lo perseguitava da anni, spingendolo a cambiare scuola alle medie per sfuggire alle angherie, solo per ritrovarsi vittima di nuovi insulti al liceo. “Quante volte l’ho visto piangere”, ha raccontato la madre, sottolineando come le denunce presentate alla scuola, inclusi apprezzamenti negativi da parte di professori, siano rimaste inascoltate. La sera prima della tragedia, Paolo aveva inviato un messaggio ai compagni: “Conservatemi un posto in prima fila a scuola”, un presagio straziante che oggi assume un significato devastante.
Le parole della preside dell’Istituto Pacinotti di Fondi
La preside dell’Istituto Pacinotti di Fondi, Gina Antonetti, respinge le accuse dei familiari di Paolo Mendico, il quindicenne che si è suicidato a Santi Cosma e Damiano, negando segnalazioni di bullismo da parte dei genitori. Sostiene che Paolo frequentava lo sportello di ascolto psicologico senza che emergessero criticità tali da attivare protocolli di emergenza. La scuola, definita inclusiva, non avrebbe ricevuto denunce né richieste di colloqui. Antonetti smentisce illazioni su docenti indifferenti, sottolineando la presenza di tre insegnanti di sostegno e incontri con psicologi. Paolo, integrato nella chat di classe, partecipava a iniziative contro il bullismo. Promosso con un 7 in matematica, era benvoluto. Al funerale, l’intera classe e la scuola erano presenti, contrariamente a quanto affermato. La preside assicura che la documentazione sarà fornita alle autorità per chiarire la vicenda.
Il ministro Valditara, che ha telefonato personalmente al padre Giuseppe per esprimere solidarietà, ha disposto ispezioni immediate nelle due scuole frequentate dal ragazzo – il Pacinotti e l’istituto medio di Santi Cosma – per verificare se siano state rispettate le norme della legge 70/2024 sul bullismo, che impone ai dirigenti scolastici di convocare i genitori dei bulli, attivare percorsi educativi e, nei casi gravi, denunciare alle autorità. “Il tema del bullismo mi rattrista parecchio, è un fenomeno in aumento in tutta Europa, legato all’abuso dei social. Dobbiamo verificare se la legge è stata rispettata”, ha dichiarato Valditara, annunciando una stretta sulle valutazioni del comportamento in classe per il rientro a settembre.
Il caso ha riacceso un dibattito nazionale sul bullismo e la salute mentale degli adolescenti, un’emergenza silenziosa in Italia. L’Osservatorio Indifesa 2024 di Terre des Hommes rivela che il 65% dei giovani ha subito violenze, con il 63% vittima di bullismo (68% maschi, 60% femmine) e il 19% di cyberbullismo, che colpisce di più le ragazze (21% vs 16% maschi). Uno studio HBSC Italia 2022 indica che tra gli 11-13enni, il 19% circa subisce bullismo, con rischi triplicati di depressione, autolesionismo e pensieri suicidari per le vittime. Dal lockdown, i tentati suicidi minorenni sono aumentati del 75% in alcuni ospedali, come il Bambin Gesù di Roma, con un +40% complessivo.
La senatrice Mariastella Gelmini (Noi Moderati) ha invocato un piano nazionale di prevenzione, potenziando neuropsichiatria infantile, Telefono Amico e coinvolgimento dei social. Il sottosegretario Tullio Ferrante (Forza Italia) ha espresso sgomento, ricordando la legge 2024 e il “bonus psicologo” come risposte prioritarie per non lasciare soli i giovani. La deputata Michela Di Biase (Pd) ha chiesto investimenti su inclusione, ascolto e reti scuola-famiglia, definendo la tragedia “un dolore che interroga le coscienze”. Anche Antonella Clerici ha lanciato un appello: “Molto dipende da noi genitori e insegnanti”. Il sindaco Franco Taddeo ha descritto Paolo come “cristallino, educato, legato ai genitori”, ricordando segnalazioni primaverili di risse tra studenti del Pacinotti e l’intervento dei vigili per presidiare i pullman. I funerali si sono tenuti il 15 settembre nel santuario locale.
Le indagini proseguono, con atti trasmessi alla Procura dei Minori per valutare il ruolo dei coetanei e l’atteggiamento della scuola: se le segnalazioni fossero protocollate, se attivati protocolli anti-bullismo e supporto psicologico. La vicenda di Paolo non è solo un dramma personale, ma un monito per rafforzare la lotta al bullismo, integrando leggi esistenti con azioni più incisive. Come ha scritto il fratello Ivan: “È il fallimento della nostra società”.