Da un rapporto pubblicato dal centro di ricerca indipendente Cybersecurity for Democracy, emerge che su TikTok, negli Stati Uniti, con dati del 2024, i contenuti legati alla guerra tra Israele e Hamas restano sbilanciati da un punto di vista numerico a favore dei palestinesi. A settembre per ogni post pro-Israele ne sono comparsi circa 17 pro-Palestina. Una sproporzione pressoché identica a quella rilevata dallo stesso centro quasi due anni fa, nelle prime fasi del conflitto. L’analisi, basata sull’esame degli hashtag utilizzati dagli utenti, mostra tuttavia che questa differenza non si traduce in un maggiore livello di engagement. Il video medio pro-Palestina ottiene infatti 472 visualizzazioni, contro le 565 dei post pro-Israele. Nel complesso, i contenuti filopalestinesi risultano più diffusi solo perché “un piccolo numero di post raggiunge un pubblico enorme”, si legge nel rapporto. “La maggior parte dei video pro-Palestina e pro-Israele ottiene un numero di visualizzazioni largamente comparabile – ha commentato la direttrice di Cybersecurity for Democracy, Laura Edelson – La vera differenza è che pochi video pro-Palestina diventano virali e fanno salire la media”.
“Penso che i social media abbiano avuto un impatto significativo sul modo in cui le persone percepiscono la guerra”, ha affermato Darrell West, ricercatore senior presso la Brookings Institution. “Ci sono video molto crudi che mostrano la profondità delle sofferenze umane che si sono verificate”.
Washington Post (The Washington Post)
Secondo il Washington Post, il rapporto arriva in un momento in cui i sondaggi mostrano un crescente scetticismo dell’opinione pubblica americana nei confronti del governo israeliano e della sua campagna militare a Gaza, una tendenza particolarmente marcata tra i più giovani. Le immagini di vittime in fuga, di persone affamate o in lutto per i propri cari uccisi hanno intensificato la polarizzazione politica negli Stati Uniti sul conflitto. Due anni fa, diversi parlamentari repubblicani avevano accusato la cinese ByteDance, proprietaria di TikTok, di manipolare l’algoritmo per orientare l’opinione pubblica americana contro Israele. Edelson, tuttavia, ritiene più plausibile che i contenuti politici della piattaforma riflettano semplicemente le inclinazioni dei suoi utenti: “Questo è il profilo politico di chi usa TikTok. Non sorprende, vista la composizione demografica della piattaforma, che tende a essere giovane”. Infatti un terzo degli adulti under 30 usa TikTok per notizie, e il conflitto Gaza è stato il tema dominante dal 2023.
Il tema si intreccia con la futura proprietà della piattaforma: lo scorso mese il presidente Usa, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo per favorire la creazione di una versione statunitense di TikTok, da scorporare da ByteDance e affidare a un gruppo di investitori prevalentemente americani.

foto dell’assedio di Gaza (@northeastreuniversity)
Il rapporto rileva inoltre che i post pro-Israele su TikTok si concentrano più spesso su temi come l’antisemitismo o su risposte brevi alle critiche verso Israele, mentre i contenuti pro-Palestina trattano soprattutto notizie, dagli ordini di evacuazione israeliani a Gaza City alle proteste di veterani statunitensi contro il coinvolgimento americano nella guerra. Infine, lo studio evidenzia come gli utenti vivano in ambienti digitali sempre più separati. Su TikTok, pochissimi video includono contemporaneamente hashtag pro-Israele e pro-Palestina, e gli autori spesso non rispondono direttamente a chi ha opinioni diverse, ma si rivolgono a un “avversario immaginario”, ha osservato Edelson. “I social media non sono più le piazze digitali dove si discuteva con chi aveva idee diverse – ha concluso – Oggi le persone creano contenuti che sembrano rispondere a qualcuno, ma chi ne è teoricamente il destinatario probabilmente non li vedrà mai”.
Northeastern Global News (Northeastern Global News)
Una ricerca della Northeastern University nel maggio 2024 constatava che i post pro-Palestina hanno raggiunto 236 milioni di visualizzazioni, contro i 14 milioni pro-Israele e i 492 milioni per contenuti neutrali. L’attività pro-Palestina cresce “organicamente” come un movimento sociale, con picchi simmetrici, a differenza dei contenuti pro-Israele che declinano rapidamente.
Su X utenti come @Jkylebass, sempre nel maggio 2024, hanno citato un rapporto di 54:1 a favore del pro-Palestina nei primi giorni post-7 ottobre 2023, accusando l’algoritmo di “lavaggio del cervello” ai giovani.
TikTok nega bias intenzionali. In un post del novembre 2023, ha rivelato che l’hashtag #StandWithIsrael ha più visualizzazioni totali di #FreePalestine negli USA (dati interni), e ha rimosso oltre 425.000 video per violazioni su violenza o disinformazione. Vox (dicembre 2023) sostiene che il pro-Palestina appare perché è popolare tra gli utenti, non per manipolazione: “L’algoritmo mostra ciò che cerchi o con cui interagisci“.