
Il sindaco di Cervia, nel Ravennate, Mattia Missiroli è al centro di un’inchiesta che lo vede indagato per maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie, dalla quale è in fase di separazione. La posizione è stata inizialmente fatta filtrare dal suo difensore Ermanno Cicognani, secondo cui “decisioni di rilievo verranno valutate solo dopo la piena conoscenza delle carte“.
L’indagine, coordinata dalla procura di Ravenna, ha portato alla richiesta di custodia cautelare in carcere, rigettata dal gip Janos Barlotti, che ha ritenuto attendibili le dichiarazioni della donna e riscontrate da referti medici e documentazione fotografica, ma non sufficienti allo stato a configurare il reato di maltrattamenti in famiglia, mancando il requisito tecnico dell’abitualità e delle esigenze cautelari attuali.
Il servizio di Francesco Rossi (montaggio Giuseppe Di Marco)
Di diverso avviso la procura, che ha annunciato ricorso al Riesame, richiamando un quadro di presunte violenze fisiche e verbali protratte negli anni e una valutazione di pericolosità sociale.
Sul piano politico, la vicenda ha aperto un fronte delicato. Dopo le richieste di “passo indietro” arrivate da associazioni e le pressioni interne alla maggioranza, il Pd, anche sulla linea indicata ieri dal presidente della Regione Michele de Pascale, aveva sostenuto in un primo tempo la necessità di distinguere il profilo giudiziario da quello politico e di consentire al sindaco di difendersi prima di qualsiasi scelta.
Il Movimento 5 stelle ha sollecitato “fermezza“, senza formalizzare richieste di dimissioni.
Dall’opposizione Fratelli d’Italia valutava una mozione di sfiducia, mentre in maggioranza l’orientamento prevalente restava quello della compattezza. Intanto resta aperto anche il richiamo a un precedente del 2020, archiviato, emerso nelle carte dell’inchiesta attuale.
Le dimissioni
Il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, nel pomeriggio fa il passo indietro e si dimette. “In questo momento non sarebbe possibile affrontare una situazione così complessa con la necessaria lucidità, né garantire la serenità che l’istituzione comunale merita. Ritengo quindi responsabile destinare ogni energia alla tutela della mia onorabilità e, soprattutto, ai miei figli, che hanno bisogno di un padre pienamente presente in una fase così delicata della loro vita“.
“Desidero ribadirlo – prosegue – con assoluta chiarezza: condanno ogni forma di violenza, in particolare quella contro le donne, così come condanno ogni forma di violenza in generale. È giusto e doveroso che su ogni situazione si faccia piena luce, senza ambiguità”. Missiroli aggiunge di aver “confidato di poter chiarire immediatamente ogni dubbio non appena avessi avuto accesso agli atti, cosa che in questa fase delle indagini non miè ancora tecnicamente possibile. Ad oggi non ho ricevuto comunicazioni formali, non sono stato convocato e non ho potuto visionare alcun atto.
In una lunga nota diffusa dal Comune, il sindaco afferma che negli ultimi giorni lui e la sua famiglia sono stati “travolti da un’esposizione mediatica durissima, che non ha colpito solo me come amministratore pubblico, ma anche i miei affetti più cari. Per questo “con profondo dolore e ribadendo ancora una volta la mia totale estraneità a qualsiasi episodio di maltrattamenti o violenza, rassegnerò le mie dimissioni“.