È morto Carlo Ricchetti, la Salernitana e Salerno piangono per Carlo, il numero 7 storico, il calciatore che nel ruolo ha fatto scuola allo stadio Arechi. I suoi compagni di squadra – le due edizioni della Salernitana che ha dapprima vinto il campionato di C nel 1993-1994 e poi quella che sbaragliò la concorrenza, nel 1997-1998 – hanno simbolicamente riaperto le porte dello spogliatoio, stringendosi in un lungo abbraccio.
L’ex centrocampista della Salernitana tra i protagonisti della cavalcata che – sotto la guida di Delio Rossi – portò la società campana in Serie A alla fine degli anni 90. In una nota pubblicata sul suo sito web la Salernitana piange “la prematura scomparsa di Carlo Ricchetti” partecipando “all’immenso dolore della moglie Antonella, dei figli, di tutta la famiglia e dei tanti compagni di squadra con il cavalluccio sul petto nelle 157 partite disputate tra il 1993 e il 1998”. Il club lo definisce un uomo “mite, buono e riservato fuori dal campo e campionissimo sul terreno di gioco, Ricchetti ha segnato anche 25 gol con la casacca della Salernitana, conquistando una promozione in Serie B nel 1994 e in Serie A nel 1998, entrambe da protagonista assoluto. Per lui anche un’esperienza da allenatore nel settore giovanile nella stagione 2005/06. Ha proseguito la sua carriera da tecnico negli staff dei suoi ex compagni di squadra alla Salernitana, Roberto Breda e Mirko Cudini”. La figura di Ricchetti – conclude la Salernitana – “resterà indelebile nella storia granata”.
Per i suoi tagli diagonali in area, Carlo Ricchetti era stato soprannominato il “re del taglio”. A 55 anni, Ricchetti, natali a Foggia e tra i protagonisti di promozioni in serie A e in serie B della Salernitana, se n’è andato dopo una malattia.
