Dialogava sui social per settimane con quelle che, poi, sarebbero diventate le sue vittime, carpendo la loro fiducia, sfruttando le loro “fragilità” e riuscendo ad ottenere un appuntamento di persona. Quel primo incontro per le donne che avevano chattato con lui si trasformava in un incubo.
Viene descritto, infatti, come un presunto violentatore “seriale” il 38enne arrestato dai carabinieri per abusi sessuali, sotto la minaccia di un coltello, su una 20enne, che lo aveva conosciuto su una chat di Telegram e che lo aveva incontrato per la prima volta a San Donato Milanese, il 9 settembre scorso.
Era già stato condannato, il 17 marzo scorso, in primo grado “per fatti analoghi commessi nel 2023” e con le stesse “modalità”, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla gip di Milano Rossana Mongiardo, su richiesta della pm Sara Ombra e del dipartimento diretto dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella.
Nel provvedimento, oltre a ricostruire nei dettagli le accuse di violenza sessuale, tentata rapina aggravata e porto del coltello, la giudice dà conto proprio di quella precedente e recente sentenza del Tribunale milanese a carico del 38enne italiano, residente nel Milanese, per un tentativo di violenza avvenuto “con il medesimo modus operandi” e che fu denunciato da un’altra giovane. Si parla, dunque, nell’ordinanza della “serialità” dell’arrestato e della sua “condotta predatrice sistemica, frequentissima, raffinata e molto pericolosa”, che passa attraverso “la ricerca di contatti” con donne “attraverso le piattaforme social”.
Il 10 settembre la 20enne ha presentato la denuncia ai carabinieri di San Donato Milanese. La giovane ha raccontato di aver conosciuto l’uomo su Telegram lo scorso luglio. Dopo “svariate conversazioni”, con lui che si presentava come Alessandro (non il suo vero nome) e che le aveva mandato anche una sua foto, avevano “deciso di incontrarsi”, dandosi appuntamento alla fermata della metropolitana di San Donato. E’ salita sulla sua auto e lui le ha detto che l’avrebbe portata “in un posto molto carino”, ma ad un certo punto è entrato in una “strada chiusa”, ha detto di essersi perso, ha spento la macchina e chiuso le serrature. Le ha strappato di mano cellulare e borsa e ha estratto il coltello da una tasca, l’ha minacciata e costretta a subire abusi. L’ha anche picchiata e “afferrata per il collo”, quasi impedendole di respirare.
E’ riuscito pure a cancellare tutti i messaggi intercorsi tra i due dal telefono di lei e ha rovistato nella borsa alla ricerca del portafogli, che non c’era. La ragazza, in “preda al panico”, si legge ancora negli atti, è riuscita ad un certo punto a “liberarsi sferrandogli un pugno” al volto, ad aprire la macchina, a scendere e a realizzare un video, mentre lui fuggiva, riprendendo la targa. Ha fermato un’auto che passava chiedendo aiuto e ha chiamato i carabinieri. E’ stata, poi, visitata alla clinica Mangiagalli di Milano e la denuncia è stata formalizzata il giorno successivo.
Proprio grazie a quella targa che si vedeva nelle immagini girate dalla 20enne, alle analisi delle telecamere di sorveglianza, alle testimonianze, al racconto della vittima e al riconoscimento fotografico, gli investigatori sono arrivati ad identificare l’aggressore.
Nell’ordinanza di custodia in carcere la gip mette in evidenza il pericolo di reiterazione del reato, proprio per il fatto che il 38enne sarebbe un “seriale”, che agisce sempre con le stesse “modalità”. Nonostante la “recente condanna”, comunque ancora non definitiva, si legge ancora nel provvedimento, continua ad essere “un soggetto particolarmente pericoloso”.
Al primo incontro 38enne violenta 20enne conosciuta sui social, arrestato il “violentatore seriale”
Di Sala Notizie3 min di lettura
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