Alberto Stasi potrà stare fuori dal carcere di giorno e non solo per lavorare: ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007, potrà prendere parte ad attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera al carcere di Bollate.
La decisione della Sorveglianza arriva oggi, dopo l’udienza di lunedì 9 aprile, quando la Procura generale di Milano aveva chiesto il rigetto della misura e, in subordine, un rinvio del procedimento per valutare le circostanze riguardanti l’intervista rilasciata a “Le Iene”, durante un permesso premio ma senza l’autorizzazione del magistrato della Sorveglianza.
La difesa di Stasi, con gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, aveva prodotto un carteggio del direttore del carcere, il dottor Leggieri, in cui si legge che “non si sono rilevate infrazioni alle prescrizioni”. La decisione del tribunale di Sorveglianza ha tenuto conto del comportamento carcerario di Stasi, detenuto dal dicembre 2015, delle relazioni degli educatori del penitenziario e dell‘attività lavorativa svolta all’esterno in regime di articoli 21 e autorizzata dal carcere.
Quello odierno è un altro passo verso la libertà per Stasi che già da tempo lavora fuori dal carcere si avvicina alla data di scarcerazione. A Stasi infatti, in carcere da dieci anni, sulla carta mancano solo 4 anni e pochi mesi per finire di scontare la pena. E, comunque, tra non molto potrà chiedere pure un’altra misura alternativa alla detenzione: l’affidamento in prova ai servizi sociali. In quel caso, niente più carcere per lui e sconterà la restante pena con la misura alternativa, svolgendo lavori socialmente utili. Aggiungendo, poi, anche la liberazione anticipata potrebbe finire di scontare la pena nel 2028.