Acque agitate nel centrosinistra in Puglia. Antonio Decaro si dice “pronto a candidarsi” alla guida della Regione, ma a una condizione: “essere un presidente libero” e non “ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto”. Parole che infastidiscono una parte dei dem e altre forze della coalizione. Anche se dai vertici del Pd, Igor Taruffi, braccio destro di Elly Schlein, in una nota definisce quella dell’europarlamentare “la candidatura più competitiva” e chiede “a tutti, a partire da chi ha svolto ruoli di maggiore responsabilità politica, di mettere in campo generosità senza precondizioni ma pensando al lavoro di squadra”. Un messaggio implicito chiaramente diretto al governatore uscente Michele Emiliano e al suo predecessore Nichi Vendola, la cui intenzione di correre per un posto in consiglio regionale si scontra con il veto dello stesso Decaro. In Puglia non c’è dunque ancora la distensione a cui puntava Elly Schlein inviando nei giorni scorsi a Bari Taruffi per trovare una mediazione. “Non farò mai l’assessore nella giunta pugliese. Spero che Decaro si convinca di non avere nulla da temere da una mia eventuale elezione”, ha chiarito l’ex magistrato a Repubblica.
Nichi Vendola, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, alla manifestazione (ANSA/ANGELO CARCONI)
Parole seguite in mattinata da quelle su facebook di Decaro: “la Puglia non ha bisogno di un presidente a metà”. Quindi, la conclusione dell’europarlamentare, “Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare in Europa, per la mia terra, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della regione”. “Un’uscita a caccia di like sui social…”, storce il naso uno di quei Dem che considerano ingiustificate le paure sollevate da Decaro.

europee 2024 carlo calenda azione (rainews.it)
In Calabria il candidato di centrosinistra è unico ma in Toscana Calenda non c’è
Mentre in mattinata il tavolo regionale della Calabria dovrebbe ufficializzare la candidatura di Pasquale Tridico (anche Iv lo sostiene), in Toscana azione conferma invece il passo fuori dal campo largo ribadendo che “il programma firmato tra m5s e Giani è del tutto inaccettabile e contrario alle iniziative portate avanti da giani in questi anni”. Una decisione che porta in serata alle dimissioni “irrevocabili” da segretario regionale di Azione Marco Remaschi, ufficializzate alla fine del direttivo regionale del partito di Calenda.

Antonio Tajani (Ansa)
13/08/2025
Centrodestra: “”Se Decaro non si candida la Puglia e contendibile”
Tutti movimenti e spaccature che trovano osservatori interessati nel centrodestra: senza Decaro in campo, è uno dei ragionamenti che si fa nella maggioranza di governo, la partita pugliese sarebbe meno scontata. Ed è forse per questo che tarda la decisione sul candidato (in pole Mauro D’Attis, di Forza Italia). Se ne dovrebbe parlare nel vertice fra i leader previsto a inizio settembre, anche se un confronto non è escluso a margine del consiglio dei ministri di giovedì prossimo. “Non sarà questione di quote, ma di scegliere i migliori”, chiarisce Antonio Tajani. A parte i governatori uscenti, Francesco Acquaroli nelle Marche e Roberto Occhiuto in Calabria, si attendono le altre scelte. A partire dal Veneto. In Toscana Alessandro Tomasi (sindaco di Pistoia, di Fdi), è “già in campo” ma aspetta ancora l’investitura ufficiale dei leader, e spiega che “questa attesa è un grave errore”.

Roberto Fico (Ansa)
Fibrillazioni in Campania per il centrosinistra
Tornando al Pd, qualche fibrillazione si registra ancora in Campania, dove l’ufficializzazione di Roberto Fico è frenata dalle trattative sul congresso regionale, in vista del quale è emersa l’ipotesi di Sandro Ruotolo come sfidante di Piero de Luca, figlio del governatore uscente Vincenzo. Ancora incerto il candidato del centrodestra, tra Edmondo Cirielli, Giosy Romano e Mara Carfagna. La lega, con Gianpiero Zinzi, pone come unica condizione “l’autorevolezza” del profilo, invitando gli alleati a evitare polemiche. E Forza Italia avverte: “biglietto di sola andata” per gli aspiranti candidati, “siamo certi che si vince, ma se si dovesse perdere a Roma non si torna”.