Il dl Albania diventa legge, tra le polemiche, in Senato, con il provvedimento incardinato e licenziato in poche ore questa mattina dalla commissione Affari costituzionali senza che ci sia stato un esame sul testo e senza mandato al relatore. E con un’altra fiducia (dopo quella approvata alla Camera la scorsa settimana). I voti a favore sono stati 90, i contrari 56, una astensione.
Il provvedimento modifica il protocollo, firmato tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo Edi Rama a novembre del 2023, sui centri di Schengjin e Gjader aperti lo scorso ottobre in Albania che, sinora, sono stati pochissimo utilizzati, con costi ingenti, una “spola” nella acque dell’Adriatico che ha attirato critiche all’esecutivo da parte delle opposizioni e uno scontro con i magistrati senza precedenti sulla definizione di “Paesi sicuri”. L’andirivieni di questi mesi, di navi militari con a bordo migranti, in seguito alla mancata convalida da parte dei giudici dei trattenimenti, ha convinto il governo ad ampliare la sfera d’azione dell’accordo tra Meloni e Rama.
D’altronde, era stata la premier, a dicembre del 2024, ad affermare alla kermesse di Fratelli d’Italia dal palco di Atreju: “i centri funzioneranno, funzioneranno. Dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano, funzioneranno” e la modifica del protocollo punta a blindare i trasferimenti.
Il decreto estende infatti la platea di coloro che possono essere portati in Albania agli stranieri, già in Italia, colpiti da provvedimenti di trattenimento (non solo quindi per i non comunitari richiedenti asilo intercettati in acque internazionali). E il trasferimento sarà possibile senza che venga meno il trattenimento e senza che sia richiesta una nuova convalida. Non solo, con alcune modifiche introdotte alla Camera, si prevede che se il migrante, trasferito nei centri in Albania, dovesse presentare domanda di protezione, cambiando quindi il suo status giuridico, non sarà riportato in Italia se vi siano “fondati motivi per ritenere che la domanda di protezione internazionale sia stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l’esecuzione del respingimento o dell’espulsione”.
In caso poi di mancata convalida del trattenimento, in presenza di una domanda di asilo di cui si sospetta che sia stata presentata a scopo dilatorio, si prevede la possibilità di emanare un nuovo provvedimento di trattenimento per un altro dei motivi previsti dalla legge e quando il provvedimento è adottato immediatamente o, comunque, non oltre 48 ore dalla comunicazione della mancata convalida, il richiedente asilo resta nel centro fino alla decisione sulla convalida. Viene inoltre estesa l’applicazione della procedura accelerata di esame delle domande di asilo alla frontiera.
Al momento in Albania ci sono circa 40 migranti e ci sono stati meno di una ventina di rimpatri, operazione che avviene necessariamente con il ritorno in Italia da cui partono i voli verso i paesi d’origine che hanno stretto con l’Italia accordi in questo senso.