Hicham Harb, 70 anni, alias di Mahmoud Khader Abed Adra, è stato arrestato dalle autorità palestinesi in Cisgiordania sulla base di un mandato d’arresto internazionale, diramato dieci anni fa, perché sospettato di essere stata nel 1982 la mente dell’attentato alla Sinagoga a Roma in cui fu ucciso il piccolo Stefano Gaj Tachè e rimasero feriti decine di ebrei, e poi anche della strage di Parigi al ristorante ebraico Jo Goldenberg in cui morirono sei persone.
La reazione della Comunità Ebraica di Roma
“È la notizia che tutti aspettavamo – è il commento di Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma – . Ci auguriamo che finalmente cominci a sgretolarsi con questa operazione il muro di omertà, connivenze e reticenze che ha protetto finora i responsabili del feroce raid del 9 ottobre ’82, e che la famiglia Tachè e l’intera comunità ebraica di Roma possano avere quella giustizia che per troppi anni è stata negata. Auspichiamo inoltre che le autorità italiane svolgano i passi necessari per mettere la magistratura in condizione di ricostruire con precisione la genesi e l’esecuzione dell’attentato al Tempio Maggiore e che gli autori vengano infine portati alla sbarra e rispondano dei loro crimini”.
In una nota il presidente francese, Emmanuel Macron, ha evidenziato “l’eccellente cooperazione” con l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), aggiungendo che la Francia sta “lavorando” per “una rapida estradizione” del palestinese.
La testimonianza di una sopravvissuta
“Dopo 43 anni ancora mi vengono le lacrime. Noi aspettiamo giustizia, ma questa giustizia non è arrivata” dice all’Adnkronos è Eliana Pavoncello, una delle sopravvissute all’attentato. “Siamo molto arrabbiati, perché lo Stato che ci dovrebbe proteggere non ci ha protetto. Certo, è bene che singolarmente gli attentatori materiali siano stati presi e che piano piano vengano portati a giudizio e condannati per quanto hanno commesso, però rimane sempre una grandissima amarezza”.