La polizia sta eseguendo, con l’ufficiale giudiziario, l’ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. Un centro che conta 31 anni.
Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai Cabassi, proprietari dell’area, proprio per il mancato sgombero.
Nei mesi scorsi l’associazione Mamme del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione d’interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall’attuale spazio. Lo storico ‘Leonka’ di Milano occupa lo spazio in via Watteau dal 1994.
Il Leoncavallo aveva aperto una raccolta fondi, per il suo “diritto ad esistere” dopo che era stato fissato al 9 settembre lo sfratto.
Per il mancato sgombero dell’area il ministero dell’Interno è stato condannato a pagare tre milioni di euro alla proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi. E a sua volta ha chiesto un risarcimento dei tre milioni a Marina Boer, la presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo.
“Nel suo 50esimo anno di storia il Leoncavallo è sotto sfratto. L’attuale spazio di via Watteau – spiega sul proprio sito il Leonka nato nel 1975 in via Leoncavallo – rischia realmente di scomparire per sempre. Per questo abbiamo deciso di aprire una Cassa di Resistenza. Vi chiediamo di donare alla Cassa “ognun* secondo le sue capacità”.