Dopo la morte dei due neonati, la situazione nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale ‘San Maurizio’ di Bolzano resta invariata.
Le condizioni di salute dei 10 neonati prematuri ricoverati continuano a essere stabili. Lo rende noto l’Azienda sanitaria di Bolzano a seguito del decesso di due neonati prematuri avvenuto nei giorni scorsi all’ospedale del capoluogo altoatesino per un’infezione da Serratia marcescens.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria, per il tramite del Nas dei Carabinieri, questa mattina – a titolo precauzionale e in attesa di ulteriori verifiche – è stata emanata da parte della Direzione generale la direttiva di sospendere, almeno per il momento, l’impiego di uno specifico detergente lavapiatti potenzialmente contaminato e ciò in tutti gli ospedali della provincia di Bolzano. Questa disposizione resterà in vigore fino a sua revoca. Il reparto di Ostetricia ma anche tutti gli altri reparti e servizi dell’ospedale di Bolzano non sono interessati da questa particolare situazione e, come informa l’Azienda sanitaria, lavorano regolarmente e a pieno regime.
Dopo i due decessi della giornata di martedì e della notte tra martedì e mercoledì, è stato isolato il germe che ha provocato le infezioni. Si tratterebbe del batterio chiamato Serratia.
Medici: “Ai neonati diagnosticata infezione da Serratia”
“Oltre ai gravi problemi derivanti dalla loro estrema prematurità, a entrambi i bambini è stata diagnosticata un’infezione da Serratia marcescens, un germe diffuso nell’ambiente, presente nell’acqua, nel suolo, nelle piante, negli animali e negli esseri umani, tra le altre cose due neonati prematuri avevano circa tre settimane di vita e pesavano circa 700 grammi. Questo germe è generalmente innocuo per gli individui sani; tuttavia, per i neonati molto prematuri, l’infezione è potenzialmente letale”.
È quanto affermato dal direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, Josef Widmann nel corso di una conferenza stampa in merito ai decesso dei due neonati avvenuti, uno martedì 12 agosto e l’altro nella notte tra il 12 e il 13 agosto. “I nostri pensieri sono rivolti alle famiglie colpite – ha aggiunto Widmann -. La perdita di un figlio è un dolore incommensurabile, che noi, come team della terapia intensiva neonatale e dell’intero ospedale, sentiamo profondamente vicino. Desideriamo esprimere le nostre più sincere condoglianze ai parenti e assicurare loro che siamo al loro fianco in questo momento difficile”.
“All’ospedale di Bolzano abbiamo implementato tutte le misure preventive per impedire la trasmissione di germi – ha aggiunto Zaebisch -. Il personale del reparto rispetta rigorosamente le misure igieniche. Purtroppo non è stato possibile prevenire questi due casi. Il 12 agosto abbiamo deciso di non accettare ulteriori parti ad alto rischio. Abbiamo concordato con l’ospedale di Trento che accetteranno i neonati prematuri in modo che nessun bambino sia esposto a rischi”.
La Serratia marcescens è un germe che intacca un sistema immunitario immaturo, soprattutto in reparti come la terapia intensiva neonatale che ospita pazienti ad altissimo rischio. Nei prossimi giorni la terapia intensiva neonatale verrà trasferita nella vecchia unità di terapia intensiva per prevenire ulteriori infezioni”. Secondo Pierpaolo Bertoli, coordinatore sanitario dell’ospedale del capoluogo altoatesino, “la presenza di questo virus non è una novità, si è verificata frequentemente e questo caso deve essere un segnale d’allarme per il rispetto di tutte le misure igieniche”.
Infezione da Serratia
Secondo studi medici, il batterio serratia è presente in genere nel suolo, nelle acque di superficie o di scarico, sulle piante, negli animali, soprattutto negli insetti, e nell’uomo. Il più diffuso è quello provocato dalla specie serratia marcescens. L’infezione da serratia viene contratta per lo più in ambito ospedaliero, in seguito a lungo ricovero o all’inserimento di cateteri per via endovenosa, intraperitoneale o urinaria, o all’inserimento di strumenti medici volti ad agevolare la funzionalità respiratoria o ancora all’effettuazione di trasfusioni o di infusioni endovenose contaminate. L’infezione può manifestarsi attraverso febbre, brividi, insufficienza respiratoria e shock settico.