Le macchie di sangue ancora evidenti, a distanza di giorni, sul luogo del pestaggio. I video in cui si intravede il ragazzo a terra e la furia del branco che si accanisce su di lui. Immagini che il padre Renato non smette di guardare.
La violenza si è scatenata sabato notte davanti al Forum di Bressanone, che ospitava uno dei tanti “Maturaball” organizzati dagli studenti altoatesini per autofinanziare le gite scolastiche. Una festa rovinata da una decina di giovanissimi arrivati – secondo alcune testimonianze – dal vicino paese di Laion. Il ragazzo, uno studente-lavoratore brissinese di 18 anni, è intervenuto per difendere un amico minorenne ma in pochi attimi è diventato lui stesso un bersaglio: nella colluttazione, prima di riuscire a mettersi in salvo, ha riportato oltre a un trauma cranico la frattura del pavimento orbitario e del setto nasale, per cui dovrà essere operato. La prognosi è di almeno 30 giorni: al ragazzo è stato consentito di tornare a casa per riposarsi prima dell’operazione, poi lo attenderanno anche visite specialistiche per valutare la gravità delle conseguenze (si spera solo temporanee) sulla vista.
Oltre alle ferite, lo sfregio degli insulti. “Mentre lo tenevano fermo e gli sferravano calci alla testa lo chiamavano ”sporco italiano”. Un’assurdità – sostiene il padre Renato -, lui è un ragazzo mistilingue che non ha mai fatto differenze di natura etnica o linguistica nelle sue amicizie”.
Nel frattempo i legali della famiglia (gli avvocati Antonio Careri e Matteo Di Narda) hanno preparato una denuncia dettagliata, con tanto di nomi dopo le ricostruzioni fatte con i video. I carabinieri di Bressanone, che già hanno iniziato a fare i primi accertamenti, attendono gli elementi forniti dalla famiglia della vittima e poi procederanno. Alcuni ragazzi del branco, presi dal rimorso, hanno provato a contattare il padre della vittima per discolparsi, ma lui chiede che chi ha sbagliato paghi. “Anche quelli che invece di intervenire si facevano i selfie – precisa -. Chiedo solo giustizia: l’ho promesso a mio figlio e andremo fino in fondo”.
Nel servizio della TgR Bolzano (di F. Clementi. Immagini: H. Depaoli. Montaggio: M. Tenan) l’intervista al padre della vittima.