
Overtourism, iperturismo, unbalanced tourism, sono diversi modi per parlare di un fenomeno sempre più frequente e spesso inaspettato dovuto al sovraffollamento di destinazioni turistiche. Un qualcosa che va oltre il turismo di massa, con ripercussioni sul territorio importanti che producono situazioni di vera incredulità e che coinvolgono, alle volte, località sconosciute ai più. Luoghi non adatti e/o impreparati, vittime dell”Instagram effect‘, cosiddetto, come ci spiega l’esperto di big data e innovazione, Mirko Lalli, ceo di Data Appleal.
“Quando si rompe l’equilibrio tra la qualità della vita dei cittadini e la qualità dell’esperienza dei viaggiatori, si parla di una ‘destinazione affollata’,” dice Mirko Lalli, esperto di big data e innovazione e ceo di Data Appeal, ma “significa anche scomparsa dei negozi di prossimità e molto altro”.
Una metamorfosi che avviene nella costruzione del luogo a ‘misura di turista’ mentre si rinuncia alla genuinità e alle tradizioni. Ma l’overtourism per Lalli “è anche un’opportunità perchè è più difficile quando non c’è turismo” dice e, anzi, sottolinea che “l’overtourism non esiste, esistono destinazioni incapaci di gestire queste opportunità”. Il ruolo dei social è molto negativo, infatti si parla di ‘Instagram effect’.
La tecnologia in aiuto dell’overtourism – Come trovare un equilibrio virtuoso tra turismo e qualità della vita?
Più che di overtourism, nel caso di Firenze si parla di unbalanced tourism: una concentrazione di visitatori in alcune aree e momenti, a discapito di un’esperienza equilibrata e di una fruizione più diffusa del territorio.
Un fenomeno che riflette una tendenza nazionale, dove il 70% dei turisti stranieri si concentra su appena l’1% del Paese. Per invertire la rotta, il capoluogo toscano ha avviato progetti pilota che sfruttano strumenti digitali e strategie innovative per monitorare i flussi e dialogare in tempo reale con i visitatori suggerendo loro mete alternative, distribuendo così in modo più armonico le presenze.
Ne abbiamo parlato con l’assessore al Turismo della città di Firenze, Jacopo Vicini.