Nell’aula della Camera la commemorazione in occasione del 40esimo anniversario della morte di Luigi Berlinguer. Presenti in tribuna, tra gli altri, le figlie Bianca e Laura. Un lungo applauso dei deputati ha ricordato l’ex segretario Pci. “In un periodo storico molto difficile per l’Italia, scossa dal terrorismo e dalla crisi economica – ha ricordato il presidente della Camera Lorenzo Fontana – l’onorevole Berlinguer comprese la necessità di inaugurare una nuova stagione politica. Un rinnovamento profondo, fondato sul dialogo e la reciproca comprensione, sempre nel rispetto del pluralismo ideologico. Egli prospettò un grande ‘compromesso storico’ fra tutte le forze democratiche chiamate a collaborare in uno spirito di solidarietà, per dare concreta risposta ai problemi del Paese. In questo contesto, il suo progetto rappresentò il primo passo verso una nuova stagione del sistema politico italiano”.Il
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ricordando a Palazzo Madama lo storico leader del Pci scomparso 40 anni fa ha detto: “E’ famosa la sua frase ‘mi sento più tutelato sotto l’ombrello della Nato’. Sono passati 40 anni – dice La Russa – e la commozione è ancora più ampia. C’è stata persino una standing ovation nella sede meno prevedibile da parte di quelli più lontani politicamente dalla sua storia politica. Questo aiuta a immaginare – conclude – sempre nel ricordo di Enrico Berlinguer che si possono contrastare le idee, ma bisogna sempre riconoscere la natura degli uomini che valgono e il cui ricordo rimane”.
Berlinguer, ha aggiunto Fontana, “va ricordato anche per la sua visione legata all’evoluzione della Comunità Europea, che affidava ai popoli la possibilità di elaborare politiche comuni e sovranazionali per meglio tutelare gli interessi dei rispettivi Paesi, e per la sua capacità di difendere i valori della democrazia nei vari contesti in cui si è trovato a intervenire”. La morte colse Enrico Berlinguer nel pieno della campagna elettorale in vista delle imminenti elezioni europee. Il paese veniva così privato all’improvviso di uno dei protagonisti delle vicende politiche italiane del secondo dopoguerra cui avrebbe potuto contribuire ancora a lungo. Una figura che senza dubbio ha lasciato un segno profondo nella storia dell’Italia repubblicana”, ha concluso il presidente della Camera che ha poi rivolto il suo saluto “sentito e affettuoso” alle figlie Bianca e Laura.
“Sono passati 40 anni eppure la figura di Berlinguer appare agli occhi di tanti come un esempio vivo. Lo si coglie in questi giorni, un affetto mai assopito che non è frutto della nostalgia, ma la presa di coscienza di ciò che è venuto a mancare. Berlinguer è stato un comunista italiano dove l’aggettivo non è dettaglio ma sostanza”. Lo ha detto il deputato del partito democratico, Gianni Cuperlo, intervenendo in aula a Montecitorio, nella commemorazione del 40mo anniversario della morte di Enrico Berlinguer. “Berlinguer – ha aggiunto l’esponente dem – ha schiuso porte su tutti i principali capitoli della modernità: la pace, le frontiere dei diritti civili, il pensiero femminista, le radici dell’ambientalismo. Non era l’utopia di una mente visionaria ma la testimonianza di un pensiero non ripiegato unicamente sulla conquista del potere. Non c’era alcun moralismo nelle sue battaglie ma solo il primato di una questione sociale che, ieri come oggi, è prima di tutto un’enorme questione morale”.
“Giorgio Almirante si mise in fila come unsemplice cittadino alla camera ardente a Botteghe Oscure. Qualcuno lo riconobbe, qualcuno era anche un po’ sorpreso.
Vennero a saperlo nelle alte sfere a Botteghe Oscure, Pajetta lo accompagnò alla camera ardente. Pajetta andò alla camera ardente di Giorgio Almirante. Tutte similitudini di quel grande rispetto, di quella grande volontà di conoscenza, di essere curiosi della storia degli altri”. Lo dice Alessandro Amorese, deputato Fdi,
nel corso della commemorazione.